Cronaca
Si riapre l'inchiesta sull'omicidio della piccola Matilda
VERCELLI, 3 APRILE 2013 - Dopo otto anni si riapre un caso toccante ma dalle sfaccettature spaventose, dibattito di ampie discussioni e innumerevoli ipotesi a riguardo, quello della bambina di ventidue mesi, Matilda, uccisa selvaggiamente in una calda giornata d’estate.
Un calcio o una forte pressione alla schiena, tanto da procurarle ferite mortali alla milza e al fegato, questo il referto dopo l’autopsia. Era il 2 luglio 2005, la piccola, ospite con la mamma, Elena Romani, a casa dell’allora compagno, Antonio Cangialosi a Roasio, un paesino del capoluogo piemontese, improvvisamente si sente male, vengono chiamati immediatamente i soccorsi che arrivano subito dopo, ma tutto è vano, la bimba muore poco dopo.[MORE]
Dal giorno della disgrazia, si apre la prima indagine, nel registro degli indagati, in primis la madre della minore, e successivamente l’ex fidanzato. Ma a distanza di anni lei viene assolta per ben tre volte, lui prosciolto dalle accuse.
Pertanto un caso chiuso, ma senza nessun responsabile, eppure una bambina è morta. E cosi dal quel non tanto lontano 2005, il Gip di Vercelli, Giorgio Potito, ha deciso di vederci chiaro. Ha revocato il "non luogo a procedere" nei confronti di Antonio Cangialosi.
Chiesti sei mesi alla Procura dell’omonima città, per capire la reale dinamica dei fatti, chi ha ucciso Matilda? Unico indagato con l’accusa di omicidio, che si dichiara da sempre innocente ed estraneo ai fatti, è Cangialosi, che afferma a tal decisione: «È tutto assurdo» .
Non dello stesso avviso i legali della Romani, Scheda e Massironi, che in qualità di difensori e portavoci dell’ ex assistente di volo, chiedono che giustizia venga fatta, in memoria di una figlioletta persa troppo presto.
(fonte: www.crimeblog.it)
Rosalba Capasso