Si riapre il fronte congelato del Nagorno-Karabakh: almeno 70 morti
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Si riapre il fronte congelato del Nagorno-Karabakh: almeno 70 morti

martedì 5 aprile, 2016

ROMA, 5 APRILE 2016 - E' finita la tregua sul fronte del Nagorno-Karabakh. Il cessate il fuoco durava sin dal 1994, da quando Armenia e Azerbaigian avevano siglato la fragile tregua dopo sei anni di conflitto, costati la vita a oltre 30mila persone, tra cui molti civili. E’ dal 1988 che i due Paesi si contendono la sovranità del Nagorno-Karabakh, enclave armena cristiana ufficialmente parte dell’Azerbaigian musulmano ma controllata da Ierevan. Più di vent'anni dopo, nei giorni scorsi sono riprese le ostilità nella zona. Sono almeno 70 i morti negli ultimi quattro giorni, come reso noto dal portavoce del ministero della Difesa azero Vagif Dargyakhly.[MORE]

ZONA DIFFICILE Le tensioni risalgono in gran parte al 1923 quando, nonostante il parere contrario della maggioranza del partito comunista al potere in Urss, Stalin volle che il Nagorno-Karabakh fosse incorporato nella Repubblica dell'Azerbaigian, creata soltanto l'anno prima. Ma gli abitanti del Karabakh non ha mai sopito il desiderio di riunirsi alla 'madrepatria' armena. Questo, anche e soprattutto perché, la zona è considerata come la 'culla' della cultura armena. Il sogno della riunificazione con Ierevan si è tradotto in anni più recenti in lotta armata ed ha provocato migliaia di morti a cavallo degli anni 80 e 90.

LE REAZIONI Molte sono state le reazioni del mondo politico a questa complicata situazione. Il premier turco Erdogan è stato netto: “Il territorio tornerà al legittimo proprietario, l’Azerbaigian”, mentre il leader russo Vladimir Putin ha chiesto "alle parti belligeranti di fermare immediatamente le ostilità". La Russia infatti, da sempre arbitro della questione, ha interessi economici nella zona, in quanto vende armi sia all'Azerbaigian che all'Armenia.
Secondo Aldo Ferrari, ricercatore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) di Milano, è improbabile che si arrivi ad una guerra vera e propria nella zona: “Mosca ha truppe in Armenia – ha spiegato l’esperto in un’intervista all’Ansa – e non credo che l’Azerbaigian possa o voglia scatenare una guerra contro un paese alleato formalmente della Russia: avrebbe solo da perdere in un conflitto di questo genere”.

Fonte immagine: ansa

Alessandro Romani


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