Cronaca
Si riapre a Chiavari il caso dell'omicidio di Nada Cella, uccisa nel 1996
CHIAVARI (GE), 6 APRILE - Sembra la fotocopia del Delitto di Via Poma e gli esperti chiamano questo genere di delitti, per i quali sinora non c’è un colpevole “ Cold Cases”. Una ragazza di soli ventiquattro anni, Nada Cella venne trovata agonizzante la mattina del sei Maggio del 1996 in uno studio professionale di Chiavari. Morirà sei ore dopo al reparto di neurochirurgia dell'ospedale San Martino di Genova. Il luogo del delitto fu lo studio del commercialista Marco Soracco, all'epoca dei fatti trentaquattrenne, nella centrale Via Marsala.[MORE]
Al momento dell'aggressione, per lei fatale, Nada si trovava da sola sul luogo di lavoro ed ormai agonizzante venne, qualche minuto più tardi, rinvenuta sul pavimento dal suo datore di lavoro che abitava insieme alla madre ed alla zia nell'appartamento soprastante lo studio. Da cinque anni Nada era la segretaria dello studio Soracco. I primi soccorritori attribuirono le gravissime condizioni in cui si trovava la ragazza ad una terribile emorragia cerebrale e così nessuno si prese la briga di isolare immediatamente la scena del delitto in attesa dell'accurato sopralluogo da parte della polizia scientifica di Genova.
Ciò che quella stanza, in cui venne aggredita la giovane, poteva raccontare agli inquirenti venne pesantemente inquinato da terze persone prima dell'intervento di questi ultimi, rendendo così ancora più arduo il cammino dell'autorità giudiziaria procedente verso l'identificazione dell'assassino. Nada Cella fu aggredita mortalmente con un corpo acuminato, forse un suppellettile, che non fu mai ritrovato.
Del delitto fu dapprima accusato il datore di lavoro di Soracco, il giovane commercialista che agli occhi e nelle chiacchiere della pruriginosa Chiavari poteva sembrare il colpevole perfetto essendo allo stesso tempo una persona riservata, educata, scapola e cattolicissima. I pettegolezzi del popolino però non hanno alcun significato giuridico e giudiziario, per fortuna, e così poco più di un anno dopo Soracco venne scagionato così come furono scagionate, una dopo l'altra, altre persone su cui gli inquirenti appuntarono la propria attenzione come un'altra abitante della palazzina teatro dell'omicidio, psicolabile, una donna che si era innamorata del commercialista ed un ragazzo chiavarese, proprietario di un automobile che più volte era stata vista dagli abitanti di Via Marsala sotto lo studio del commercialista e che aveva intessuto una burrascosa relazione con la Cella.
Due anni dopo l'uccisione di Nada, suo padre morì di crepacuore. Alla fine gli inquirenti si arresero di fronte al nulla cui erano giunti ed il fascicolo investigativo relativo venne chiuso con un nulla di fatto.
Nei giorni scorsi il Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Chiavari, Francesco Brancaccio, ha richiesto alla squadra mobile della Questura di Genova ed al Commissariato di Chiavari la trasmissione di quel fascicolo in quanto ha l'intenzione di rinnovare le indagini utilizzando i più recenti ritrovati di Polizia scientifica al fine di cercare di individuare il colpevole ed assicurarlo ad una giusta pena. Nei prossimi giorni presso il suo ufficio si terrà una riunione, da lui coordinata, alla presenza di tutti gli apparati investigativi che ai tempi si occuparono della vicenda.
La notizia della riapertura del caso riguardante l'omicidio di sua figlia è stata salutata con favore dalla mamma di Nada, la signora Silvana Smaniotto:” Nada è ormai quindici anni che attende che il suo aguzzino sia assicurato alla giustizia” dice la donna.
Sergio Bagnoli