Parola e Fede

"Si mise a insegnare loro molte cose" XVI Domenica del TO - La compassione di Gesù

 Vangelo della Domenica
Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. [MORE]


Pensiero spirituale
Notiamo la delicatezza dell’amore di Gesù. I suoi discepoli sono appena tornati da una missione fatta in suo nome, molto faticosa. Avevano girato in lungo e in largo tutta la terra di Israele. Gesù sa che l’uomo è uomo, non è una macchina. Ma anche la macchina deve risposare. Gesù ha un cuore uguale a quello del Padre suo. Questi nell’Antico Patto aveva ordinato che anche gli animali che erano di aiuto all’uomo nei lavoro dei campi, avessero il loro giorno di riposo. Anch’essi non sono macchine, sono animali e hanno bisogno del momento di riposo, anzi di necessario riposo. Se l’amore non è delicato e non vede l’uomo nella sua realtà storica, non è vero amore.
L’amore è vero quando si relaziona con l’uomo rispettandone tutta la sua realtà storica che può essere di solitudine, malattia, povertà, stanchezza, affaticamento spirituale e non solo fisico. Se un solo aspetto dell’uomo non è considerato, l’amore non è vero. Manca della sua perfezione. Prima di tutto l’amore di Gesù si informa sulla missione. Ascolta la loro gioia. Dona conforto alle loro delusioni. Ratifica i loro pensieri o li corregge. Lui è il Maestro e da buon maestro verifica.
Questa delicatezza di Gesù Signore deve essere di ogni suo discepolo. Ogni cristiano è chiamato ad avere un amor delicato fatto di molto ascolto e poi di parole serene che aiutino il fratello a dare pienezza di verità alla sua missione. Una missione senza dialogo è esposta a fallimento. Si potrebbero insinuare in essa piccoli dettagli di errori, modalità e forme di svolgimento che potrebbero comprometterla. Invece in un dialogo di amore, nel quale l’altro sperimenta la dolcezza di ogni parola proferita nei suoi riguardi, tutto si può rinnovare, innovare. A tutto si può dare quello slancio santo che fa della missione una vera via di salvezza.
Poiché le persone che ruotano attorno sono molte, Gesù non può intrattenersi con i suoi come vorrebbe. Per questo li invita a recarsi in un luogo segreto e così potersi riposare un po’. Ha bisogno la folla di Lui, ma molto di più hanno bisogno i suoi discepoli. Anche questa è delicatezza dell’amore. Sapere chi ha più bisogno del nostro amore e dirigerlo interamente verso di esso. Vi sono persone che hanno bisogno oggi e persone che oggi non hanno bisogno. Quando l’amore è delicato, è vissuto nella Spirito Santo, sempre Lui ispira chi amare di più e chi di meno, verso chi dirigere la nostra vita e chi invece privare della nostra presenza.
La folla ha un bisogno smisurato di amore. Sono persone sbandate, senza verità, senza luce, prive di ogni sostegno spirituale. Loro non lasciano che Gesù parta solo con i discepoli. Partono anche loro e quasi li precedono, giungendo prima. Ancora una volta si rivela l’amore delicato di Gesù Signore. Non può lasciare sola questa gente. Deve fare qualcosa per essa. Deve creare nei loro cuori una speranza vera, accendere nella mente una luce di purissima verità, riempire il loro spirito dell’amore puro del Padre suo. Oggi Gesù è chiamato a condividere il suo amore tra i discepoli e la folla. Ai discepoli ha dato il tempo trascorso sulla barca. È sufficiente.
Questo distacco dalla folla serviva a Gesù come insegnamento. I discepoli dovevano sapere che prendersi qualche ora di riposo non è contro la missione, non è peccato, non è venire meno al comando ricevuto. Ora che sanno questo, Gesù può dedicarsi nuovamente alla cura della folla. Lui il tempo per sé lo trova nelle lunghe notti passate in dialogo con il Padre, nei luoghi solitari, deserti, lontano dalla folla e dalla città. Non è semplice trovare sempre questo equilibrio nell’amore: amare se stessi, amare gli altri, amare preferendo gli uni oggi e gli altri domani, amare privando alcuni per arricchire altri. Questo equilibro non è dell’uomo.
Vive questo equilibro perfetto chi è nello Spirito Santo. Gesù è inondato di Spirito Santo e in ogni istante sa chi amare, come amarlo, chi servire, come servirlo. Più si cresce nello Spirito del Signore e più l’equilibro è perfetto. A volte il Signore priva dell’amore perché l’altro comprenda che Cristo Gesù non può essere assolutizzato da alcuno.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci equilibrati e molto delicati nell’amore di Gesù verso i nostri fratelli.