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Si è concluso il VI Convegno Nazionale del Movimento Apostolico
CATANZARO 29 FEBBRAIO 2012 - Centinaia di fedeli ,giunti dall’Italia e dall’Estero, hanno partecipato ieri sera a Catanzaro nel palasport di “Giovino” al VI Convegno Nazionale del Movimento Apostolico sul tema “I fedeli laici e la nuova evangelizzazione”. A presiedere la tavola di presidenza l’Assistente ecclesiastico centrale del Movimento Apostolico, Mons. Costantino Di Bruno, la presidente , Cettina Marraffa, l’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, e Mons. Miguel Delgado Galindo, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. Un momento di approfondimento che il Movimento, in conformità al proprio carisma de “ricordare la Parola del Signore al mondo”, ha voluto dedicare alla“corresponsabilità” dei fedeli laici nell’orizzonte della “nuova evangelizzazione”. E, proprio sui fedeli laici, la presidente del Movimento Apostolico, Cettina Marraffa, nel suo discorso introduttivo ha affermato:«che nella Chiesa non devono essere spettatori passivi ma hanno il loro dovere-diritto alla missione nell’apostolato».
«Questa sera ho deciso di essere in mezzo a voi non come teologo, non come sacerdote, ma solo in veste di testimone di un evento che dura ormai da ben 35 lunghi anni, attinente al tema di questo Convegno che stiamo celebrando: “I Fedeli Laici e la Nuova Evangelizzazione”» ha così esordito mons. Di Bruno e rifererndosi all'Ispiratrice e Fondatrice del Movimento Apostolico, Maria Marino, ha aggiunto :«Questa sera vi parlerò non di “fedeli laici”, bensì di “una laica fedele”, che non ha mai studiato cosa significhi la parola “nuova evangelizzazione”. Conosce però lo Spirito Santo, perché da Lui perfettamente conosciuta, mossa, guidata. Questa laica, fedele alla Chiesa, al suo Magistero, ha creato Dio in me per una via semplice, per il dono dello Spirito Santo di Dio, vivo, efficace, potente, che perennemente aleggia sopra di lei».[MORE]
Sul Movimento Apostolico Mons. Di Bruno ha affermato: « Il Movimento Apostolico è laicale, fatto cioè di fedeli laici. Ma esso è chiamato ad essere “prepotentemente”, “violentemente” ecclesiale – per usare un termine evangelico – dal momento che la Vergine Maria ha dato ad esso una missione ben definita, chiara, specifica: “Il ricordo e l’annunzio della Parola di Suo Figlio Gesù”. La Parola da ricordare e annunziare non è sua. È della Chiesa. È tutta sua, se è tutta della Chiesa. Se non è della Chiesa non è parola che salva, redime, converte». «Ogni “fedele laico” - ha detto Mons. Di Bruno - se vuole essere “laico fedele” a Dio e alla Chiesa, deve quotidianamente chiedere al Signore un Sacerdote che lo guidi con scienza e intelligenza, che lo faccia vera Chiesa del Signore Gesù, perché solo se vera Chiesa, potrà compiere la missione evangelizzatrice della Chiesa, per la salvezza dei suoi fratelli».
Mons. Delgado Galindo, nel suo intervento, si è soffermato sulle sfide della nuova evangelizzazione che invitano ciascun fedele laico ad essere parte attiva della missione salvifica della Chiesa. «Mi è gradito rilevare - ha detto Mons. Delgado Galindo - che il nome del vostro movimento è connotato proprio dall’aggettivo apostolico. Esso vuole indicare la partecipazione reale e concreta di ogni cristiano alla missione che Gesù affidò agli Apostoli, che è quella di condurre l’umanità intera a Dio. Tutti i battezzati, senza esclusione alcuna, possono e devono sentirsi corresponsabili della missione apostolica, assumendo il compito di evangelizzare le genti, cioè di incorporarle alla Chiesa e di unirle a Cristo, cooperando con l’azione dello Spirito Santo».L’apostolato dei fedeli laici - ha affermato Mons. Delgado - è del tutto imprescindibile nella Chiesa, perché contribuisce a far raggiungere il messaggio di Gesù Cristo a tutti gli ambienti professionali, sociali, culturali, politici, economici, ecc. Il fedele laico ha il diritto di far presente Cristo lì dove si trova in ogni momento della sua vita, sia personalmente sia in forma associata».
Il Sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici, analizzando il termine di “nuova evangelizzazione”, alla luce del Magistero, ha ribadito che «quanto più si sviluppa l’apostolato dei fedeli laici, tanto più si percepisce l’urgenza di disporre di presbiteri che siano ben formati in tutti gli aspetti (dottrinale, spirituale, pastorale, ecc.), e che aspirino a una pastorale di evangelizzazione».
Mons. Vincenzo Bertolone, ha ribadito l’urgenza «di rifondare su base missionaria la nostra pastorale, mettendo Dio al centro della vita e della storia perché Dio non è negato o solo negato, è sconosciuto». In questo nuovo contesto per il presule i laici : «devono stare attenti “al pericolo della burocrazia ecclesiastica” e, al contrario, devono “promuovere la corrente viva della pastorale d’insieme, della lettura dei segni nuovi della vita della Chiesa, dell’animazione di progetti profetici, anche se parziali, della capacità di abitare i linguaggi della cultura, della socialità, della cittadinanza, soprattutto presso le nuove generazioni». L'arcivescovo ha infine chiesto ai laici della nostra Chiesa, e al Movimento apostolico di “operare nella vigna”, come operosi, missionari, diventando protagonisti della «nuova evangelizzazione», “testimoniando Gesù risorto, speranza del mondo».