Estero

Si aprono le frontiere: cubani liberi di lasciare il paese

L’AVANA, 14 GENNAIO 2013 - Giorno di festa nell’isola della rivoluzione, dopo cinquantadue anni finalmente i cittadini di nazionalità cubana, con un’età superiore ai diciotto anni e dotati di regolare passaporto possono lasciare la nazione in modo legale e senza problematiche legate all’espatrio.

Finora le severe leggi restrittive inerenti all’emigrazione hanno fatto sì, che parecchi cubani lasciassero la loro terra in modo illegale, senza la possibilità di fare ritorno in patria natia più la confisca dei beni. Mentre chi invece partiva secondo le precedenti leggi in vigore fino a ieri, aveva l’obbligo di ritornare entro undici mesi dall’avvenuta partenza, presentare un’innumerevole trafila di documenti, tra cui una lettera di invito da parte del paese ospitante, passare per la cosiddetta “tarjeta blanca”, ufficio amministrativo che analizzava la pratica e senza un reale motivo poteva rifiutare la concessione di recarsi all’estero.[MORE]

Dalla mezzanotte di oggi, con la riforma emanata lo scorso ottobre da Raoul Castro, presidente del Consiglio di Stato e fratello di Fidel, tanti suoi concittadini potranno spostarsi, trasferirsi o fare un viaggio senza temere di essere considerati “esiliati”, ma con il vincolo di fare ritorno dopo ventiquattro mesi.

Alcune professioni avranno qualche problema in più a partire, come medici, scienziati e militari, per loro la permanenza fuori dall’isola è al massimo di novanta giorni, questo poiché il governo vuole evitare che ci sia una fuga di cervelli, dato che «professioni come queste sono di vitale importanza per lo Stato». Al momento i cubani in giro per il mondo, in particolar modo negli Stati Uniti (circa l’80%), sono due milioni.

La riforma secondo il sito ufficiale di Cubadebate e l'edizione digitale del quotidiano Granma è stata resa fondamentale «per aggiornarsi alle condizioni del presente e al futuro prevedibile».

(fonte: www.repubblica.it)

Rosalba Capasso