Cultura e Spettacolo

Shakespeare al teatro Arvalia

Roma, 22 febbraio - Il capolavoro di Shakespeare al Teatro Arvalia di Roma
Il teatro Arvalia - il teatro del Municipio XV del Comune di Roma - situato strategicamente tra i quartieri di Trastevere, Marconi e Portuense,  e gestito dall’Associazione culturale e Compagnia teatrale l’Officina del Teatro, fin dalla sua apertura, avvenuta nel dicembre del 2006, ha dato vita alla produzione di diversi spettacoli, incentrati su percorsi di compagnie, nazionali ed estere, impegnate nella sperimentazione[MORE].
La direzione artistica affidata alla regista e attrice Valentina Marcialis ha inteso fin da subito dedicare molto spazio all’innovazione, alla ricerca, alla formazione, mediante l’organizzazione di qualificati seminari, workshops, laboratori, in cui gli attori, i registi e i drammaturghi possono perfezionare le loro specifiche professionalità.
Fitto di interessanti appuntamenti il teatro mette in scena, a partire dal 24 di febbraio, fino al 5 marzo, con la regia di Daniele Nuccetelli, il capolavoro shakespeariano - scritto dal Shakespeare alla fine del 1500 - “Sogno di una notte di mezza estate”, una produzione del Teatro Arvalia – Dinamo Teatro.
Daniele Nuccetelli, bravissimo regista in  questo capolavoro, sostiene: “mettere in scena un testo di Shakesperare è come tentare di risolvere una formula di algoritmi: il testo come una sequenza logica di istruzioni che, se eseguite in un ordine stabilito, permettono la soluzione di un problema.
Shakespeare più di chiunque altro costruisce le sue trame partendo da “istruzioni teatrali” semplici e lineari intorno a una qualche condizione umana irrisolta (problema), solo in apparenza di facile soluzione, di una notte di mezza estate questa circostanza è rappresentata da una convulsa, inquieta e misteriosa esaltazione del desiderio, tanto incontrollabile da generare una sorta di corto circuito della volontà razionale nei protagonisti della storia. E’ come se si assistesse a un ammutinamento di cuori contro il potere della ragione in quell’unico campo di battaglia dove tale rivolta potrebbe svolgersi: il sogno. I personaggi principali, le due coppie di innamorati che fuggono e si rincorrono in uno strano bosco popolato da curiosi e magici esseri e costretti dal loro affanno d’amore a inseguire un sogno, precipitano invece in una realtà interiore, immaginaria, allucinatoria capace di trasformare quel sogno in un incubo.
Il desiderio è l’aspirazione ad uno stato ideale mancante e al tempo stesso un atto di ribellione contro la morte.
E’ uno dei temi ossessivi del teatro di Shakespeare; e anche se lo stile e il contesto in cui la trama si sviluppa hanno le caratteristiche di una commedia dal gusto ironico e fantasioso, nondimeno se ne sottolinea il suo lato più oscuro e mostruoso.
Così come l’idea del teatro nel teatro, drammaturgicamente necessaria per la sua doppia valenza, va riletta non solo per il significato di quell’arte popolare rappresentata da un improbabile gruppo di attori, antesignani di certa comicità stile fratelli Marx, che si trova realmente a provare uno spettacolo nello spettacolo ma soprattutto come occasione per condurre attori e pubblico a provare l’inarrestabile corsa dei sogni sul filo dell’immaginazione”.
Una dimostrazione insomma di forza per attori esperti.
Mario Sei