Cronaca
Sgombero migranti: il punto. Le parole di Gabrielli e di Luigi Di Maio
ROMA, 25 AGOSTO - Se ieri piazza Indipendenza registrava a Roma le operazioni di sgombero, il day after è il giorno delle polemiche a causa di alcune frasi di un funzionario di polizia, che aveva invitato i propri colleghi «a spaccare le braccia» ai migranti nel caso di lanci. Tanto è bastato per far scoppiare il caos e chiamare in causa le opinioni del capo della polizia, Franco Gabrielli.[MORE]
Il capo della polizia ha precisato: «La gravità di quello che è successo in piazza non può diventare un alibi per coprire altre responsabilità». Il chiaro riferimento di Gabrielli non è all’operato della polizia, ma «a chi ha consentito a un’umanità varia di vivere in condizioni sub-umane nel centro della Capitale».
Parlando al quotidiano ‘La Repubblica’, Gabrielli ha evidenziato le responsabilità evidenti di chi ha tralasciato su una situazione divenuta insostenibile ma non ha risparmiato eventuali comportamenti non regolari delle Forze dell’ordine: «La frase pronunciata in piazza è grave, quindi avrà delle conseguenze. Abbiamo avviato le nostre procedure interne e non si fanno sconti. Ma ritengo altrettanto grave che l’idrante e le frasi improvvide pronunciate durante la carica diventino foglie di fico».
Il problema dell’abusivismo a Roma è del resto datato: «Due anni fa, da prefetto di Roma, insieme all’allora commissario straordinario Tronca avevamo stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive. E questo perché il tema non si risolve con gli sgomberi ma trovando soluzioni alternative» - ha ammonito Gabrielli, chiedendosi poi che esito abbia avuto il piano indicato. «Era previsto da una delibera un impegno di spesa di oltre 130 milioni per implementare quelle soluzioni alle occupazioni abusive. Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro?» - si è chiesto infine il capo della polizia.
Chi ha rotto poi gli indugi dopo un generale silenzio sulla vicenda è stato Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera in quota M5S: «Allucinante che faccia più notizia una frase infelice di un agente che i lanci dei rifugiati contro la polizia» - è l’osservazione iniziale del candidato premier in pectore. Poi ha proseguito: «Se c’è un immobile occupato abusivamente va sgomberato. Si sono offerte alternative a quei rifugiati, ma a loro non vanno bene, che vogliono restare in quella zona invece di andare nella zona di Rieti. Lo Stato si deve far rispettare, non si può tollerare che si gettino oggetti contro la polizia. A chi ha commesso questo reato andrebbe tolto il permesso di soggiorno».
Di Maio è stato dunque molto solidale nei confronti dell’operato della polizia, brava «ad evitare il peggio» mentre molto critico nei confronti dei migranti interessati dallo sgombero, perché «anche gli insegnanti della Buona scuola volevano restare in Sicilia e invece sono stati sbattuti in Trentino Alto-Adige».
Sulle presunta responsabilità dell’amministrazione Raggi sulla vicenda, Di Maio ha glissato attaccando invece il governo: «Si spendono 5 miliardi per l’accoglienza e non si riesce neppure a trovare un alloggio dignitoso per i rifugiati che hanno diritto di stare in Italia». Fiducia, si diceva, nell’amministrazione M5s a Roma e nella sindaca Raggi: «Lei si deve occupare prima di tutto dei romani. La partita dura 5 anni, non 90 minuti» - ha concluso Di Maio.
In attesa di sviluppi sulla vicenda, resta il forte risalto della giornata di oggi. Lo sgombero di piazza Indipendenza è infatti finito sulle cronache internazionali: ne hanno parlato il New York Times, il Guardian ed il Washington Post su tutti. I fatti di ieri hanno in realtà inizio il 19 agosto, quando le Forze dell’ordine hanno sgomberato uno stabile occupato da migranti in via Curtatone, non lontano dalla stazione di Roma Termini. Nei giorni successivi, 150 migranti non irregolari si sono accampati nelle vicinanze dell’immobile sgomberato. Ciò ha portato le Forze dell’ordine ad intervenire attraverso degli idranti. Durante le operazioni vi sono stati degli scontri, che hanno portato Medici senza Frontiere a soccorrere i 13 feriti.
L’episodio ha dato poi il là alla polemica politica, con Pippo Civati di Possibile che aveva invocato le dimissioni del ministro dell’Interno, Marco Minniti. Stefano Fassina ha invece annunciato una interrogazione parlamentare a riguardo, mentre il prefetto di Roma Paola Basilone ha parlato di «operazione perfettamente riuscita», scaricando le responsabilità su quei movimenti che lottano per le case. Questi, sarebbero all’origine dei motivi per i quali i migranti hanno rifiutato le soluzioni alternative prospettate non molto lontane dalla Capitale. Una Capitale ancora una volta protagonista in negativo, ed attanagliata dal silenzio della sua sindaca.
foto da: ilfattoquotidiano.it
Cosimo Cataleta