Cronaca

Sfiorata la catastrofe ambientale. La Procura della Repubblica di Sassari apre un'inchiesta

PORTO TORRES, (SS) 17 GENN. 2011 Archiviato l’ anno nero 2010, con il disastro del Golfo del Messico, ecco un’altra marea nera, questa volta fatta in casa, una catastrofe ambientale che sta richiedendo giorni per essere riparata e che dovrebbe evidenziare quanto spesso la leggerezza umana sia una costante minaccia per l’ambiente.
Sul disastro di Porto Torres, avvenuto martedì scorso con la fuoriuscita in mare di decine di migliaia di litri d'olio combustibile dalla centrale E.On, colosso energetico tedesco, interviene il presidente onorario del Wwf Italia, Fulco Pratesi, chiedendo al ministero dell'Ambiente di inviare subito una task force dell'Ispra e le navi 'spazzine' della Castalia.[MORE] La Procura della Repubblica di Sassari ha comunque aperto immediatamente un'inchiesta per stabilire le cause e le eventuali responsabilità.
A causare tale evento senza precedenti, pare per il momento, sia stato un cedimento nelle tubature che trasportano l'olio combustibile. Sospinta ad est dalle correnti, la marea nera ha raggiunto le marine di Sassari e Sorso, grosso centro vicino al capoluogo, fino a minacciare le coste di Castelsardo, decine di chilometri più in là, e a lambire quelle della dirimpettaia Corsica provocando la moria di pesci e compromettendo l'equilibrio dell'habitat sottomarino.
Pratesi, ritiene inammissibile che da martedì scorso, giorno in cui è avvenuto l'incidente, il ministero dell'Ambiente non abbia ancora provveduto a correre ai ripari, ed è stupito dal silenzio dei media nazionali che non hanno riportato la notizia e la conseguente gravità della situazione. C'è amarezza e delusione nelle sue dichiarzioni:“Sicuramente, se fosse successo durante il periodo estivo, la notizia non sarebbe passata inosservata”.