Estero
Sexy Cora non ce l'ha fatta
GERMANIA - Sexy Cora è morta. La giovane pornostar tedesca è venuta a mancare in seguito alle complicazioni causate dalla sesta operazione chirurgica a cui si era sottoposta allo scopo di aumentare le dimensioni del suo seno. L'ex concorrente del Grande Fratello è spirata il 20 Gennaio nella clinica ad Amburgo dove era stata ricoverata.[MORE]
Ne danno notizia i familiari ed il marito, il 25enne Tim Wosnitza: "I medici mi avevano già comunicato che non ce l'avrebbe fatta. Il funzionamento cerebrale era ormai compromesso. La sua pressione sanguigna ha continuato a scendere, così come si sono costantemente affievolite le sue funzioni vitali. Alle 14.30 si è addormentata dolcemente".
Il pubblico ministero tedesco ha aperto un inchiesta a carico di due medici, due chirurghi e un'anestesista che potrebbero essere incarcerati per gli errori commessi in fase di trattamento sanitario.
Dunque, forse verranno trovati dei colpevoli. Forse no. E forse, dopotutto, non sarà poi così importante. Intendiamoci, è sacrosanto che chi abbia commesso degli sbagli paghi.
Ciò che però non si può non notare è che la triste storia di questa bellissima e giovanissima donna è lo specchio di tante, troppe storie che si dipanano nel silenzio d'una società troppe volte colpevole e dedita al lustrino ed al successo facile.
Ai margini di questa tragica vicenda permane, pesante, un'immane tristezza. Un senso di vuoto che attanaglia e che riflette le assurdità e le follie dell'era iper-mediatica in cui ognuno di noi è catapultato ogni giorno, volente o nolente.
Resta quindi un gran silenzio e tante, troppe domande da cui tutti noi non possiamo esimerci.
Si può morire a 23 anni per un operazione di chirurgia plastica?
Si può morire di "Voglia di successo e di fama"?
E di chi è la colpa di tutto ciò? Ha davvero senso battersi il petto dopo? Non sarebbe stato meglio tentare di fermare questa follia prima che arrivasse al suo epilogo?
Ognuno paga il dazio delle sue scelte e Sexy Cora ha pagato un conto sin troppo salato, concludendo il suo percorso di vita quando ancora non era nemmeno cominciato.
Di vicende come questa in Italia ve ne sono molte. Siamo inondati, ogni giorno, di esaltazioni al corpo facile e di mercificazioni di gonnelle e glutei d'ogni sorta. Questo perchè facciamo parte della società dell'immagine. La subiamo e la creiamo, continuamente.
Ed allora, in conclusione, ciò che mi chiedo è: Tutto ciò che posso fare è scuotere la testa di fronte ad un giornale? O potrei andare oltre quel pezzo di carta e fare di più?
Sono interrogativi scomodi, certo. Ma è il bello della verità.
Dunque, a voi l'ardua risposta.