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Seul: in 40 mila protestano contro il G20, vogliono "la gente al primo posto"

SEUL - G20 che vai protesta che trovi. Quando i grandi delle Terra si riuniscono ci sono i "piccoli" che chiedono una politica diversa, una condotta più attenta alle condizioni di tutto. A Seul, diverse decine di migliaia di persone hanno protestato contro il G20 che si terrà l'11 e il 12 novembre nella capitale sudcoreana. Le richieste sono più diritti e occupazione. Sindacalisti e diverse associazioni di attivisti dei diritti civili si sono radunati e hanno manifestato dinanzi alla sede del primo cittadino della capitale sudcoreane, chiedendo, tra un cordone di circa 8.000 poliziotti in tenuta anti-sommossa, "salari minimi più alti e una vera lotta alla disoccupazione".[MORE]
Ai sindacati, che non concertano, potrebbe unirsi gli storici manifestanti, i cosidetti no-global, con lo slogan "la gente al primo posto".
 

Nel mirino della protesta è finito pure l'accordo di libero scambio (Fta) tra Corea del Sud e Usa. Si teme che l'arrivo del presidente Usa Barack Obama e della cornice del G20 possa essere l'occasione per una stretta sulla partnership a danno "dei lavoratori e i dei consumatori (vedi l'import di carne bovina Usa, ndr) della Corea del Sud". I timori, tra l'altro, sono in considerazione dell'allentamento delle regole sull'afflusso di merci e capitali che 'creerebbero parecchi problemi - secondo i sindacati - ai lavoratori sudcoreani'' aumentando la precarietà. Una nuova normativa speciale, in vigore da novembre (e ribattezzata 'legge G20') dà alla polizia più margini per tenere sotto controllo le manifestazioni di piazza, incluso l'uso dei soldati. Nel frattempo, la polizia, a pochi giorni dal vertice, ha rafforzato il presidio della capitale, sempre più blindata.