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Serse Cosmi, il 14esimo guerriero dell'imperatore Zamparini

PALERMO, 1 MARZO - Alla fine la decisione è stata presa. Che Rossi venisse esonerato lo si era capito dopo i primi tre goal rifilati da una scatenata Udinese al Palermo domenica pomeriggio.

Quando poi ai primi tre se ne sono aggiunti altri quattro, non pochi addetti ai lavori hanno temuto che il presidente richiamasse la sua squadra negli spogliatoi per evidente inferiorità.

Invece, stranamente, non ci sono state scenate questa volta: solo la consapevolezza di un immediato cambiamento (l’ennesimo).[MORE]

Giusto il tempo che un mesto Delio Rossi si presentasse al patibolo televisivo per pronunciare il “mea culpa, mi assumo tutte le responsabilità per questa imbarazzante sconfitta”. Superfluo intervento, visto che il suo datore di lavoro già da alcune settimane gli imputava proprio tutte le responsabilità per un campionato vissuto al di sotto delle aspettative dei tifosi e soprattutto al di sotto delle potenzialità tecniche messe generosamente a disposizione dell’allenatore (aprendo il suo larghissimo portafogli sia a giugno che a gennaio).

Per chi fosse da tempo a digiuno di calcio, si sta parlando ovviamente di Maurizio Zamparini, vulcanico presidente del Palermo, come ama lui stesso definirsi. D’altra parte i suoi sfoghi con cadenza quasi settimanale sono ormai un’abitudine del football nostrano; eruzioni a cui spesso fanno seguito, come in questo caso, rumorosi esoneri: 34 nella sua ormai lunga carriera calcistica, 13 solo a Palermo.

A cadere sotto il taglio della sua affilatissima ghigliottina sono preferibilmente gli allenatori: il ritornello è sempre lo stesso, grandi elogi al momento della scelta e improvvisi cambi di umore al primo inevitabile intoppo.

Stavolta fra spogliatoio e presidenza si scatenerà probabilmente una gara a chi urla di più, visto il carattere altretanto focoso dell’ultimo arrivato: in ogni caso, con un padrone di casa così, l’in bocca al lupo per Cosmi è doveroso.

Di sicuro in questo caso Zamparini non aveva tutti i torti nel lamentarsi di una difesa mal organizzata, considerata la caterva di reti incassate dalla sua squadra. Tuttavia se un giorno qualcuno spiegasse al presidentissimo che l’allenatore dovrebbe essere la punta di diamante di un razionale progetto societario, e non il bersaglio terapeutico dei suoi isterici sfoghi, verosimilmente il Palermo potrebbe addirittura arrivare a lottare per un traguardo importante.