Politica

Sergio Mattarella presidente: dall'omicidio di Piersanti all'ascesa al Colle

PALERMO, 31 GENNAIO 2015 - Sembrava un giorno come tanti altri, il 6 gennaio 1980, quando in una berlina scura il presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella e sua moglie Irma si stavano recando a messa. Erano per le strade di Palermo, la Palermo degli anni '80 condita di pallottole quasi quotidiane, quando la politica si faceva spazio tra la gente, con sparatorie e ritorsioni, omicidi e rivendicazioni. Ennesima vittima fu proprio Piersanti, fratello del neo presidente della Repubblica Italiana, che pare avesse firmato la “sua condanna a morte” quando, nel febbraio 1979, in seno all'ARS, diede pieno consenso all'onorevole Pio La Torre, comunista, che denunciava l'Assessorato all'agricoltura per corruzione. “Chiarezza e trasparenza nei conti pubblici”, chiedeva Piersanti, nello stupore generale. [MORE]

Piersanti Mattarella era allievo di Aldo Moro e protagonista del rinnovamento nella martoriata Sicilia, terra dura e difficile, dove l'indipendenza da Cosa Nostra risultava, specie in quelle feroci decadi, un mero miraggio; lo stesso omicidio, gli stessi tre colpi di revolver che feriscono a morte il presidente – altri tre raggiungono la mano della moglie – verrà poi identificato nelle indagini come omicidio politico, e si arricchirà in seguito di dettagli da parte del pentito Buscetta, dichiarazioni messe poi agli atti, in cui si attribuiva una certa responsabilità al fatto che lo stesso Andreotti era a conoscenza delle intenzioni della mafia nei confronti di Mattarella. Fatti riportati nella sentenza emessa dalla Corte d'Appello nel 2003 e resa definitiva dalla Cassazione nel 2004.

Fu il fratello Sergio, invece, ad arrivare sul luogo nel delitto, e a soccorrere Piersanti ancora vivo; un momento che segnò permanentemente la vita di un tranquillo professore universitario, che in un gesto colmo di dolore coglie indirettamente la pesante eredità familiare della lotta al malaffare italiano dal dopoguerra a quel preciso momento. 

Dalla morte del fratello Piersanti all'ascesa al Colle

Così la morte del fratello cambia anche il percorso di vita di Sergio, che, laureato in Giurisprudenza, avrebbe forse battuto la strada dell’insegnamento, essendo già diventato professore di Diritto parlamentare presso l’Università di Palermo, ed avendo svolto questa mansione sino al 1983; sarà proprio in quell’anno che Sergio Mattarella entrerà alla Camera come deputato della Democrazia cristiana. Quel 6 gennaio dell’80, dunque, Piersanti, Presidente della Regione Sicilia e membro della Democrazia Cristiana, morendo tra le braccia del fratello minore, darà un impulso nuovo alla carriera di Sergio, già segnata anche dall'esperienza del padre Bernardo, membro dell'Assemblea costituente e deputato della Dc.

Oggi Sergio Mattarella è il nuovo Capo dello Stato, il primo siciliano a salire al Colle, palermitano profondamente legato alla sua terra. Per lui, oggi, è arrivato anche l'augurio del Santo Padre, espresso attraverso un messaggio firmato proprio da Bergoglio. "Possa esercitare il suo alto compito specialmente al servizio dell'unità e della concordia del Paese", ha detto papa Francesco, invocando "la costante assistenza divina per una illuminata azione di promozione del bene comune nel solco degli autentici valori umani e spirituali", ed inviando al neo presidente e "alla Nazione la benedizione apostolica". Le parole del pontefice arrivano subito dopo la soddisfazione espressa anche dalla presidenza della Cei per l'incarico assunto. "Nel salutare rispettosamente e con viva soddisfazione l'elezione di Sergio Mattarella, nel quale il Parlamento ha riscontrato le necessarie caratteristiche di dignità riconosciuta e operosità provata, esprimiamo l'augurio che il suo alto servizio aiuti efficacemente il Paese a ritrovare la via di uno sviluppo integrale, assicurando per questo la preghiera della Chiesa che è in Italia", hanno scritto il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il segretario generale Nunzio Galantino e i tre vice presidenti.

Un augurio al neo eletto presidente giunge anche dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha dichiarato: "Presidente, a nome mio personale, della giunta e dell'amministrazione comunale e a nome di tutta la città di Palermo, delle palermitane e dei palermitani, desidero esprimere la gioia, l'orgoglio, l'emozione che ci ha dato la sua elezione alla più alta Carica dello Stato. Nell'augurare buon lavoro, desidero ringraziarLa per aver voluto mettere a servizio del Paese la sua esperienza, la sua competenza, la sua severità e umanità, la sua storia, in un momento tanto delicato. Il compito che la attende sarà difficile, ma la sua elezione dona speranza all'Italia. Da oggi, abbiamo tutti un motivo in più per impegnarci e per poter sperare di poter costruire un'Italia che da Roma a Palermo, da Sud a Nord, sia migliore, più giusta, più libera, più unita. Buon lavoro e arrivederci nella nostra e sua Palermo".

Foto: livesicilia.it

Dino Buonaiuto e Katia Portovenero