Politica
Sergio Mattarella è il XII presidente della Repubblica Italiana
ROMA, 31 GENNAIO 2015 - Sergio Mattarella è il XII presidente della Repubblica Italiana. È stato eletto con 665 voti.
Classe 1941, Sergio Mattarella nasce a Palermo il 23 luglio. Riconosciuto da molti suoi colleghi come persona d'alto profilo morale e di poche parole. Capace tuttavia di essere tagliente quando si tratta di far rispettare i valori ai quali è legato. La sua militanza politica ha radici profonde e ben salde sotto lo scudo crociato della Democrazia Cristiana. Il padre Bernardo fu dirigente della Dc, nonché membro della Costituente e più volte ministro della Repubblica. Il fratello Piersanti, invece, appartenente anche lui alla Dc, fu presidente della Regione Sicilia, ma venne assassinato dalla mafia nel gennaio del 1980. A testimoniare ulteriormente l’importante ruolo svolto da Piersanti Mattarella le parole di Pietro Grasso, fino a pochi anni fa magistrato di Palermo oggi presidente del Senato: «Stava provando a realizzare un nuovo progetto politico-amministrativo, un’autentica rivoluzione. Aveva turbato il sistema degli appalti pubblici con gesti clamorosi, mai attuati nell’isola». Ma tant’è. Proprio da quella tragedia, Sergio Mattarella iniziò in maniera decisa il suo impegno politico.
Docente di Diritto parlamentare presso l’Università di Palermo, da giovane milita tra le file della Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e cresce a pane e Democrazia Cristiana. Diviene deputato nel 1983 e nel 1987 ministro dei Rapporti con il Parlamento prima con il governo De Mita e poi con quello targato Goria. Passa indenne dalla prima alla seconda Repubblica. Ministro della Pubblica Istruzione nel sesto governo Andreotti, si dimette da tale carica nel 1990 in segno di protesta contro l’approvazione della legge Mammì, che regolamentava il mercato radiotelevisivo ma che di fatto gettava le basi sulle quali Silvio Berlusconi costruì incontrastato il proprio impero televisivo. Non a caso quella legge fu ribattezzata “salva-Fininvest”. «Naturalmente voteremo la fiducia - disse nel 1990 lasciando il Governo Andreotti - ma questo non significa che non abbiamo fatto bene a dimetterci dal governo. C'e' una direttiva comunitaria e - aggiunse - abbiamo ritenuto inammissibile porre la fiducia su una norma che di fatto entra in contrasto con una decisione comunitaria. Sarebbe stato singolare non dimettersi». Proprio quel clamoroso gesto ancora oggi rende Sergio Mattarella avverso alle simpatie di Silvio Berlusconi ed ecco spiegate le resistenze odierne del Cavaliere alla candidatura dell’eletto neo Capo dello Stato.
Nel 1992 fino al 1994 assume la direzione del quotidiano “Il Popolo”. Altro momento importante nella carriera istituzionale di Sergio Mattarella e che ha segnato in maniera indelebile la storia politica del nostro Paese risale al 1993. Nell’agosto di quell’anno, infatti, è il padre della riforma della legge elettorale in senso maggioritario che in suo onore venne ribattezzata “Mattarellum”. La legge Mattarella fu impiegata per le elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001. [MORE]
Nel 1998 all’interno del primo governo D’Alema diventa vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Nei successivi governi targati D’Alema e Amato è ministro della Difesa. Il 5 ottobre del 2011 viene eletto dal Parlamento giudice della Corte Costituzionale. Pochi giorno dopo, esattamente il 24 ottobre, viene nominato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana su iniziativa del suo predecessore al Quirinale, Giorgio Napolitano. Come giudice della Consulta, ironia della sorte, il 4 dicembre 2013 dichiara incostituzionale quel Porcellum che di fatto il centrodestra aveva imposto per cancellare, dopo oltre un decennio di applicazione, il suo Mattarellum.
(Immagine da linkiesta.it )
Giovanni Maria Elia