Cronaca

Sequestro beni per presunta frode, coinvolto deputato M5s

Sequestro beni per presunta frode, coinvolto deputato M5s

Tucci: fatti precedenti impegno politico, dimostrerò estraneità

VIBO VALENTIA, 28 GEN - C'è anche il deputato del M5s, Riccardo Tucci, tra le persone destinatarie del decreto di sequestro preventivo di beni nell'ambito dell'indagine della Guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Vibo Valentia, che ha portato alla denuncia per presunta frode di cinque persone e ad un sequestro preventivo di beni per oltre 800 mila euro. Le accuse sono, a vario titolo, di dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e emissione di fatture per operazioni inesistenti. 

A rendere nota la circostanza che lo riguarda è stato lo stesso parlamentare pentastellato."La Guardia di Finanza di Vibo Valentia, stamattina - ha dichiarato - mi ha notificato un decreto di sequestro preventivo di beni, per un procedimento penale a carico dell'azienda e del relativo titolare per cui lavoravo. 

I fatti contestati sono precedenti all'inizio della mia attività politica. Ho già avvisato di quanto successo i vertici del MoVimento 5 Stelle, il comitato di garanzia e il collegio dei probiviri. Ho piena fiducia nella magistratura e sono sicuro di poter dimostrare la mia totale estraneità ai fatti contestati". 

 - Il deputato del M5s, Riccardo Tucci, indagato assieme ad altre quattro persone, secondo gli investigatori, ha ricoperto il ruolo di legale rappresentante della "Assistenza Servizi Telematici Satellitari - Società Cooperativa Sociale" fino al 19 marzo del 2018, quindi prima dell'inizio della sua attività parlamentare, e "al fine di evadere le imposte - si legge ancora nel decreto di sequestro - aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell'imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società la fattura n. 4/1 del 10 marzo 2015, emessa dalla 'Autoelettrosat Srl', relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell'Iva dell'anno 2015, evadendo, in tal modo, le imposte per un ammontare pari a 9.900 euro (di cui 5.500 di Ires e 4.400 di Iva". 

Il fatto, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato commesso a Vibo Valentia il 19 settembre 2016. (Ansa)