Politica
Sentenza Why Not, De Magistris condannato ad un anno e tre mesi. Il sindaco si dichiara innocente
ROMA, 24 SETTEMBRE 2014- Nell'ambito dell'inchiesta “Why Not”, Luigi De Magistris, sindaco di Napoli è stato condannato dalla X sezione penale del Tribunale di Roma per un anno e tre mesi di reclusione. La sentenza arriva numerosi anni dopo il periodo in cui il sindaco era pubblico ministero in servizio a Catanzaro ed è a conclusione del processo sull'acquisizione di intercettazioni da parte di alcuni parlamentari tra i quali spuntano i nomi di Romano Prodi, Clemente Mastella, Francesco Rutelli, Giancarlo Pittelli, Antonio Gentile e Sandro Gozi. Stessa sorte è toccata al consulente informatico Gioacchino Genchi, il quale avrebbe aiutato De Magistris proprio nell'acquisizione delle utenze telefoniche a Catanzaro. Per entrambi è stata applicata l'interdizione dai pubblici uffici per un anno e dovranno risarcire circa 20 mila euro nei confronti dei parlamentari danneggiati.
I fatti risalgono al 2006 e secondo gli inquirenti il sindaco De Magistris avrebbe indagato nell'ambito dell'inchiesta Why Not su alcuni parlamentari in carica nel governo dell'epoca, sottraendo illecitamente delle intercettazioni.[MORE]
Sulla propria pagina Facebook, De Magistris ha affermato: “Sono profondamente addolorato per aver ricevuto una condanna per fatti insussistenti. In Italia, credo, non esistano condanne per abuso di ufficio non patrimoniale. Sono stato condannato per avere acquisito tabulati di alcuni parlamentari, pur non essendoci alcuna prova che potessi sapere che si trattasse di utenze a loro riconducibili. Prima mi hanno strappato la toga, con un processo disciplinare assurdo e clamoroso, perché ho fatto esclusivamente il mio dovere, dedicando la mia vita alla magistratura, ed ora mi condannano, a distanza di anni, per aver svolto indagini doverose su fatti gravissimi riconducibili anche ad esponenti politici.
Non avendo commesso alcun reato, ho la speranza che si possa riformare, in appello, questo gravissimo e inaccettabile errore giudiziario. Rifarei tutto, ho giurato sulla Costituzione ed ho sempre pensato che un magistrato abbia il dovere di indagare ad ogni livello, anche quello che riguarda la politica. Oggi, con questa sentenza, di fatto, mi viene detto che non avrei dovuto indagare su alcuni pezzi di Stato, che avrei dovuto fermarmi. Rifarei tutto, perchè ho agito con coscienza e rispettando solo la Costituzione. Vado avanti con onestà e rettitudine, principi che hanno sempre animato la mia vita e che una sentenza così ingiusta non può minimamente minare. La Giustizia è più forte della legalità formale intrisa di ingiustizia profonda.”
Il sindaco quindi si dichiara non colpevole mentre la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici non sarà effettiva fino a quando la sentenza non sarà dichiarata definitiva dal Tribunale di Roma.
Nicoletta de Vita
Foto:[Tmnews]