Sentenza storica: "Una cupola al Nord", 110 condanne nel maxiprocesso 'ndrangheta in Lombardia
Cronaca Lombardia

Sentenza storica: "Una cupola al Nord", 110 condanne nel maxiprocesso 'ndrangheta in Lombardia

domenica 20 novembre, 2011

MILANO, 20 NOVEMBRE 2011 – Dopo due giorni di attesa e 32 ore di camera di consiglio, il maxi processo milanese alla 'ndrangheta, scaturito dall'operazione "Infinito" del luglio 2010. si è concluso con 110 condanne fino a 16 anni di reclusione, cinque assoluzioni e quattro non luogo a procedere. [MORE]

La sentenza emessa dal gup di Milano Roberto Arnaldi, la cui lettura è stata accolta dai detenuti che si trovavano nell'aula bunker di Via Ucelli di Nemi con insulti e ironici applausi di protesta all'indirizzo dei magistrati e degli avvocati, ha confermato l'esistenza di una cupola lombarda. Pasquale Zappia, considerato il "capo dei capi", eletto nel summit del 31 ottobre 2009 svoltosi nel centro Falcone Borsellino di Paterno Dugnano. E ripreso dalle telecamere, alla lettura della sentenza è stato colto da un malore ed è stato portato via in ambulanza.

La condanna più alta con 16 anni di carcere è stata inflitta ad Alessandro Manno, considerato il capo della "locale" di Pioltello, 14 anni per Vincenzo Mandalari e Cosimo Barranca, presunto boss della cosca di Milano, 12 anni di carcere per Pasquale Zappia, un anno e quattro mesi per Pasquale Valdes , ex sindaco del Comune di Borgarello (Pavia), pena tuttavia sospesa per turbativa d'asta, e come richiesto dai pm l'ex assessore provinciale milanese Antonio Oliverio è stato assolto, insieme ad altri quattro imputati. Per altri quattro è stato decretato il non luogo a procedere; tre di questi sono infatti già giudicati per i medesimi fatti in altro procedimento mentre l’estinzione del reato del quarto è dovuta alla morte del reo.

Per la Regione Lombardia e per diversi Comuni, tra cui quello di Bollate, che si erano costituiti parti civili è stato riconosciuto il risarcimento la cui quantificazione è stata rinviata dal gup "in altra sede civile".

Sara Marci

 


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