Cronaca
Sentenza Cucchi: condannati i medici, assolti infermieri e poliziotti. Grida di protesta in aula
ROMA, 5 GIUGNO 20130 - Dopo due anni dall’avvio del processo, la prima udienza è datata 24 marzo 2011, è giunta, in primo grado, la sentenza del processo sulla morte di Stefano Cucchi, il giovane geometra romano di 31 anni morto ad una settimana dal suo arresto per droga nell'ottobre del 2009. La III Corte d’Assise di Roma presieduta da Evelina Canale ha condannato a due anni di reclusione il primario della struttura ospedaliera “Sandro Pertini”, Aldo Fierro. Un anno e quattro mesi di reclusione sono stati inflitti agli altri medici imputati: Stefania Corbi, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno e Luigi Preite De Marchis.[MORE]
Ma la lettura della sentenza suscita, nell'aula bunker di Rebibbia, le grida di rabbia e protesta dei familiari e degli amici della vittima: «Assassini, questa non è giustizia!». Ci sono stati così attimi di vera tensione con spintoni ai giudici. E non si dà pace la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, che in lacrime non nasconde tutto il suo sdegno: «io non mi arrendo. Questa è una giustizia ingiusta. I medici – continua – dovranno fare i conti con la loro coscienza, ma mio fratello non sarebbe morto senza quel pestaggio. Si tratta di una pena ridicola rispetto a una vita umana. Sapevamo che nessuna sentenza ci avrebbe dato soddisfazione e restituito Stefano ma calpestare mio fratello e la verità così non me l’aspettavo. Oggi - conclude amaramente Ilaria Cucchi - capisco quelle famiglie che non affrontano questi processi perche' sono dei massacri».
Altrettanto amari i commenti dei genitori di Stefano Cucchi: «me l’hanno ucciso un’altra volta. Andremo avanti fino in fondo, troveremo la verità, chi è stato un fantasma a farlo morire?» queste le sconfortanti parole della madre, Rita Calore.«È una sentenza inaccettabile – afferma il padre di Stafano – proseguiremo. Non hanno fatto indagini adeguate».
A destare tali affermazioni è, infatti, l’assoluzione degli altri imputati: i tre infermieri dell’ospedale Sandro Pertini, Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe, tutti accusati di abbandono di persona incapace, e soprattutto l'assoluzione dei tre agenti della polizia penitenziaria, Nicola Minichini, Corrado Santantonio, Antonio Domenici, rei secondo l'accusa di lesioni personali nei confronti di Stefano Cucchi.
Un processo che tra ombre e rabbia giunge, dunque, ad un primo ed importante passo dopo una camera di consiglio durata otto ore ma soprattutto dopo ben 45 udienze, 120 testimoni ascoltati, decine di consulenti tecnici nominati dall’accusa, dalle partici civili, dalla difesa, finanche una maxi-perizia disposta dalla Corte.
Pareri discordanti che di volta in volta hanno rilanciato tesi non soltanto differenti ma del tutto contrarie. Se secondo l’accusa e le parti civili la morte del 30enne geometra romano è sempre stata riconducibile al pestaggio che il giovane stesso ha subito da parte dei poliziotti, la difesa si è sempre dimostrata contraria a tale ricostruzione dei fatti concentrandosi per altro sull’impossibilità di contestare il reato di abbandono da parte degli infermieri. Infine, con la perizia effettuata dai tecnici nominati dalla Corte, si è aggiunta la tesi secondo la quale Stefano Cucchi morì per “inanizione”, ovvero per mancanza di cibo, chiamando così in causa i medici dell’ospedale Pertini. Ed è proprio quest’ultima tesi ad aver pesato maggiormente nell’emettere la sentenza.
(Immagine da repubblica.it)
Giovanni Maria Elia