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Sensazioni ed emozioni tramutate in musica: intervista a Morgengruss
SOVERATO (CZ), 14 APRILE 2016 - Morgengruss è il progetto solista del genovese Marco Paddeu e noi lo abbiamo intervistato in occasione della pubblicazione del suo primo album.
Buona lettura!
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Come nasce Morgengruss e qual è il significato di questo nome?
Morgengruss nasce dalla volontà di creare musica lenta e semiacustica ispirata da immagini.
Omaggia i Popol Vuh in quanto è il nome di una traccia presente su due loro album “Einsjäger & Siebenjäger” del 1974 e “Aguirre” del 1975. Letteralmente Morgengruss significa “saluto della mattina”.
Il tuo primo lavoro da cosa è stato musicalmente ispirato?
La vita di tutti i giorni è il fattore scatenante. Siamo costantemente attraversati da sensazioni ed emozioni che generano vibrazioni che possono tramutarsi in musica o semplicemente in un suono. Fare musica è per me libertà d’espressione legata alla propria spiritualità.
Come "etichetteresti" la tua musica? Spiegaci perché.
Folk/Drone penso possa descrive bene questo progetto. Il folk rappresenta l’ossatura delle tracce mentre il drone è l’elemento che rafforza la dimensione visiva ed evocativa della musica.
Cosa ci dici riguardo al videoclip di Father sun?
Father Sun è un inno al ricongiungimento uomo-natura, apre il disco segnando un percorso che influenzerà lo svolgersi del disco. E’ stato naturale scegliere questa traccia per il videoclip, ha atmosfere molto dilatate, lente e ipnotiche che bene si sposano con le immagini e le ambientazioni scelte. C’è un collegamento anche con l’artwork. Sulla copertina frontale del disco puoi vedere una figura sdoppiata che rivolge sguardo e mani al cielo abbagliata dai raggi solari.
Raccontaci come si presenta questo progetto dal vivo.
Attualmente per i live siamo un trio, Sara Twinn (anche label manager di Taxi Driver Records) al synth e sax, Adriano Magliocco (con me anche in Demetra Sine Die) chitarra e effetti ed io chitarra e voce. Mi piace comunque considerarlo un progetto “aperto” quindi per il futuro non escludo una formazione ulteriormente allargata a seconda delle esigenze e delle occasioni che si presenteranno.
Cosa progetti con Morgengruss per il prossimo futuro?
Ho alcune demo pronte che potrebbero essere usate per il prossimo lavoro. Alla base ci sono sempre strutture scarne di folk scuro e malinconico, sulle quali però si potrebbero inserire elementi ritmico/percussivi quasi totalmente assenti sul primo disco.
A livello nazionale ti ha interessato qualche recente uscita discografica?
Sicuramente Fabio Cuomo, anche lui su Taxi Driver Records, sta facendo grandi cose e il suo “La Deriva del tutto”, uscito in contemporanea con Morgengruss, è un disco affascinante e ricco di contaminazioni. Sempre a livello nazionale recentemente ho apprezzato i lavori di Tears of Othila, Mope, Shabda, Nibiru, Squadra Omega, Piramide di Sangue, Father Murphy, Mamuthones.
Vuoi salutare i lettori di GrooveOn con tre – anche più – album che consideri fondamentali?
Alcuni dischi ti si cuciono addosso e diventano parte di te: Pink Floyd “A Saucerful of Secrets”, King Crimson “In The Court Of The Crimson King”, Popol Vuh “Hosianna Mantra”, Joy Division “Closer”, Bauhaus “In the flat field”, Dead Can Dance “Within the Realm of a Dying Sun”, Tool “Aenima”, Neurosis “A Sun that never sets”, Earth “Hex: or printing in the infernal method”, Sunn O))) “Black One”.
Federico Laratta
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