Politica

Senato, Napolitano dice no a Monti

ROMA, 16 MARZO 2013 - «Presidente, avrei accettato la presidenza del Senato offertami da Bersani solo nell'ottica di favorire un accordo politico più largo su Palazzo Chigi. Avrei insomma aderito alla proposta del Partito democratico unicamente a condizione che potesse essere utile a sbloccare il quadro, non certo per una mia questione personale. Ma se lei dice che questa scelta sarebbe inopportuna, politicamente e soprattutto giuridicamente, e se su questo punto è irremovibile, va bene: obbedisco, anche se non condivido». Si è congedato con queste parole ieri sera Mario Monti con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che ha chiuso il colloquio bocciando la possibile intesa che circolava in queste ore. Le voci che circolavano su Monti a Montecitorio erano tre: Monti chiamato dal Pd a Palazzo Madama; Monti sponsorizzato contro il Pd, ma appoggiato dal centrodestra; Monti per un sostegno trasversale.

L’unica opzione vera era la prima, ma il presidente della Repubblica l’ha stoppata in partenza poiché considerata troppo azzardata, poco percorribile. Monti al contrario, ha sostenuto che «non si può negare a un cittadino il diritto di candidarsi».

Le perplessità di Napolitano nascevano dal fatto che Monti è in carica ma per il «disbrigo degli affari concorrenti». Se fosse eletto al Senato dovrebbe lasciare l’esecutivo ad un vice che non è mai stato eletto, che non esiste. Allora il compito dovrebbe essere assunto dal ministro più anziano, nonché l’attuale responsabile per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Allora sì che si concretizzerebbe la possibilità di elezioni anticipate a giungo-luglio. Quello che non vuole ora il Quirinale è l’incertezza al governo.

La replica di Monti, «resto al mio posto, a marcire fino all'ultimo giorno».
Sfumata l’opzione Monti al Senato, la partita è ancora aperta. Nuove votazione si svolgeranno questa mattina.[MORE]

(fonte: Corriere della Sera)

Rossana Palazzo