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LECCE - Lo scorso 02 novembre si è svolta la seconda udienza dibattimentale presso la prima sezione del Tribunale penale di Lecce dell’ormai noto processo “acqua rossa” di Melendugno che vede imputati i due ultimi dirigenti dell’Acquedotto Pugliese: l’ing. Emilio Tarquinio, nella veste di capo compartimento AQP fino al marzo 2007 e il dott. Giuseppe Valentini, responsabile dell’unità territoriale di Lecce dell’Acquedotto Pugliese, a partire dall’aprile 2007.[MORE]
I reati ipotizzati dalla Procura di Lecce sono: commercio di sostanze alimentari nocive, frode nelle pubbliche forniture e nell’esercizio del commercio perché sempre secondo la Procura l’AQP avrebbe distribuito “acque contrattualmente dichiarate potabili, ma risultate non essere tali” perché “presentavano un colore rossastro, segno di presenza di ferro in quantità superiore ai limiti consentiti.”
Nel corso dell’udienza si è proceduto all’esame del prof. Troisi, dell’Università di Lecce, consulente tecnico di parte del Pubblico Ministero, dott.sa Maria Consolata Moschettini, e di alcune delle tantissime parti civili, tra le quali il Coordinatore del Comitato no-acquarossa di Melendugno, prof. Franco Candido che per primo si è battuto e continua a battersi per tutelare la salute dei cittadini melendugnesi, nonché all’esame di uno degli imputati, l’ing. Emilio Tarquinio.
Terminata la sessione, il Giudice dott. Malagnino ha rinviato, per la continuazione dell’istruttoria dibattimentale, all’ udienza del 15 marzo 2011 per l’esame del dott. Valentini e di tre testi dell’altro imputato.
Le parti civili erano rappresentate dagli avvocati Angelo Pallara, Alberto Russi, Ester Nemola, Andrea Imbriani, Fabrizio D’Errico e Francesco D’Agata.
Finché non sarà acclarata la verità sulla questione dell’”acqua rossa di Melendugno”, Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV e fondatore dello “Sportello Dei Diritti”, continuerà a seguire il procedimento in questione e ad informare i media e la cittadinanza intera degli esiti di ogni udienza della fase dibattimentale, ciò anche al fine di mantenere accesi i riflettori su di un importante processo che in ogni caso riguarda la salute dei cittadini.
(notizia segnalata da Giovanni D'agata)