Parola e Fede
Seconda domenica di Quaresima: La trasfigurazione di Gesù
La liturgia della Parola di questa seconda domenica di Quaresima ci invita ad abbandonare i nostri pensieri. Non possiamo camminare con Gesù e pensare a modo nostro, secondo le nostre teorie e i nostri schemi.
Questa verità la troviamo già nella prima lettura. [MORE]
Il Signore disse ad Abram:
«Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore (Gen 12,1-4)
Quando si cammina con Dio bisogna sempre uscire. Uscire dai propri desideri, dalla propria volontà, dalla propria mente, dal proprio cuore perché il Signore vuole noi affincè attraverso noi vuole fare qualcosa. La grandezza di Abramo sta proprio in questa fede e in questa obbedienza. Esce dalla sua terra senza sapere dove andare. Il Signore sa, Abramo no. Lui si fida e cammina. Anche quando Dio gli chiede il Figlio, Abramo si fida del Signore e si incammina verso il luogo dell’offerta perché il Signore sa cosa vuole fare.
Se ascoltiamo ogni giorno il Signore, Lui ogni giorno ci mostrerà la strada da seguire.
In un noto film viene riprodotta una scena. Aronne insegnava ai bambini e raccontava la storia sacra. Diceva ai bambini: “noi camminavamo con il Signore. Lui ci indicava una strada e noi la prendevamo”. Ad un certo punto un bambino gli chiese: “ E quando arrivavate ad un bivio, dove andavate? A destra o a sinistra?”. E Aronne: “No! Noi aspettavamo. Chiedevamo al Signore che ci indicasse la strada e poi la percorrevamo”. E’ la scena di un film ma rende benissimo l’idea. La nostra vita è nelle mani del Signore. Si chiede, si prega, si obbedisce, si cammina.
Che cos’è, allora, la trasfigurazione? E’ un invito a Pietro, Giacomo e Giovanni affinchè escano dai loro pensieri. Qual era il pensiero di Pietro dal quale non voleva uscire? Che Cristo era un trionfatore e non un sofferente. Un Messia non può soffrire e morire. Questa conferma ci viene data dai discepoli di Emmaus i quali se ne tornarono a casa con i loro pensieri. “speravamo che Lui fosse il Messia”.
Sul monte Gesù mostra la sua essenza, la sua natura divina. Elia e Mosè confermano le parole di Gesù. Il Padre dal Celo conferma le parole di Gesù. Pietro abbandona i suoi pensieri? No! Una verità che dobbiamo mettere nel cuore è questa: la fede si costruisce nel tempo. Qual è il nostro errore? Pretendiamo che da una parola detta un minuto prima, sia già frutto un minuto dopo. Ci vuole attesa, fede, pazienza, preghiera e ancora tanta semina e, forse qualcosa di buono spunterà. La fede è un cammino lento.
Altra verità che va annunciata: la verità non va solo detta va anche mostrata, manifestata. Gesù lo ha fatto attraverso tanti segni visibili: guarigioni, risurrezione dei morti. Qui mostra tutta la sua divinità ed è accreditato dal Padre. Questa stessa regola vale per tutti noi. Non dobbiamo solo dire la verità ma mostrarla concretamente.