Parola e Fede
Se vuoi, puoi purificarmi! guarigione del lebbroso. VI Domenica del Tempo ordinario
Vangelo della domenica
Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. (Mc 1,40-45) [MORE]
Siamo nella sesta domenica del tempo ordinario quella che precede il tempo liturgico della Quaresima, tempo di grazia per mettere mano alla nostra vita e verificare e vivificare il nostro cammino di fede. Due verbi che ci devono accompagnare in questi 40 giorni. Verificare se siamo nella retta via. Vivificare, invece ciò che si è assopito. Il miracolo descritto nel vangelo di questa domenica ci ricorda che Gesù ama l’uomo e lo vuole guarire dalla lebbra del corpo, dello spirito, dell’anima, dei pensieri. In tutto il Signore ci vuole uomini nuovi. Sarà un tempo di grazia e colmo di frutti se lo vivremo con quella giusta capacità di metterci in discussione e sapremo smascherare le nostre sempre tante false modalità di vivere la fede.
Cosa ci insegna il Vangelo di questa domenica? Gesù è l’Uomo per l’uomo. È l’Uomo senza lacune nell’amore. È l’Uomo il cui amore è perennemente perfetto. Nulla gli manca. Anche sulla Croce, nel momento di più intensa sofferenza, anche lì Lui è senza lacune. Non ha neanche un attimo di esitazione, incertezza, perplessità. Ama sino alla fine. Ogni sua parola manifesta e attesta quanto grande è il suo amore per l’uomo. Lui è vera immagine del Dio vivo e vero. Quanti ieri, oggi, domani, sempre si sono proclamati, si proclamano, si proclameranno immagine, servi, inviati, profeti, ministri, strumenti, messaggeri dell’unico vero Dio e Signore del cielo e della terra, dovranno fare i conti con Cristo Gesù. Lo dovranno superare nell’amore.
Il terrore, la sete di sangue, l’odio contro gli uomini, la morte per provocare morte, la strage per creare giustizia, tutte queste cose e altre simili non possono essere immagine del vero ed unico Dio. Chi si presenta dinanzi alla storia con questi segni caratteristici è figura, immagine, strumento, servo di Satana, del nemico dell’uomo.
Ogni uomo, da Adamo fino all’ultimo che vedrà la luce del sole, dovrà con grande umiltà presentarsi dinanzi a Gesù Signore e dirgli: “Mio Signore, guardami! Sono lebbroso, cioè lacunoso in ogni parte del mio essere. Solo tu puoi guarirmi, sanarmi, darmi la gioia di ricuperare la sanità della mente, del cuore, dello spirito, dell’anima. Se tu non mi guarirai, io continuerò ad agire lasciandomi governare dalla mia lebbra di pensiero, volontà, cuore, mente. Questa è la sola via per entrare in dialogo con Cristo Gesù. Ma prima si deve entrare in dialogo con se stessi e vedere che noi da soli non possiamo guarire dalla nostra lebbra spirituale.
Un’altra verità che va insegnata oggi è questa: noi possiamo chiedere ogni cosa al Signore, sempre, in ogni momento con quella certezza che lui può ma dobbiamo sempre rimetterci alla volontà di Dio. Ciò che spesso rischiamo di perdere è proprio la ricerca di questa volontà. Spesso sentiamo dire: il Signore non mi ha ascoltato. Il Signore mi ha abbandonato. Allora, io perdo la fede. Questo è un problema che ci deve interrogare sul grado di fede e sulla maturità del cammino dei nostri laici e, soprattutto, quanto tempo dedichiamo alla formazione spirituale, alla catechesi dei nostri laici cristiani.
La Quaresima sarà questo ottimo strumento e tempo di dialogo con noi e con Gesù. Con noi per tornare a riconoscerci ciò che realmente siamo, peccatori e fragili, bisognosi continuamente dell’aiuto e della grazia di Dio; con Gesù per chiedergli continuamente soccorso nella fragilità e debolezza e un cuore nuovo per amare in un modo nuovo.
Don Francesco Cristofaro