Cronaca
Scorie nucleari: a rischio mezza Italia! Pronta lista di 52 siti dal Piemonte alla Puglia
ROMA – Non sono servite a niente le grandi proteste del 2003 in Basilicata quando si decise di stoccare tutte le scorie nucleari del Paese a Scanzano Jonico (MT), laddove autostrade e ferrovie furono bloccate da centinaia di migliaia di persone.
Non sono servite a niente nemmeno le “minacce” di qualche mese fa del presidente della Regione Puglia, Niki Vendola, che ha sfidato il governo affermando che “solo con l’esercito riuscirebbero a piegare i pugliesi alle fantasie nucleari”.
La notizia che giunge oggi dalla Sogin, la società che si occuperà dei futuri impianti nucleari (se mai li faranno), è molto preoccupante.
In un documento ha esposto la lista di 52 siti di accumulo e stoccaggio di scorie nucleari.
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Inutile dire che questi sono ubicati in posti di notevole valore paesaggistico - d'altronde l’intera Italia ha questo valore! - e che con un’ampiezza di circa 300 ettari l’una, queste zone accumulerebbero tonnellate di rifiuti ad alto e medio potenziale radioattivo.
Queste 52 aree sono sparse in tutto il Paese: in Piemonte nel Monferrato, in Toscana nella Maremma, sulle colline emiliane, nel Viterbese e nel parco della Murgia, al confine tra la Basilicata e la Puglia.
Solo i nomi di questi posti ci ricordano boschi, arte e cultura, che andranno invece a “cozzare” con una delle peggiori creazioni del genere umano.
L’unica nota positiva è che, secondo l’agenzia, le Regioni potranno opporsi all’installazione, mentre, al contrario, qualora accettassero sarebbero ricompensate con una “valanga di soldi”.
Nel mondo contemporaneo, purtroppo, ci sono troppi esempi in cui si capisce che tutto ha un prezzo; la speranza è che i governatori non diano un prezzo anche alla salute ed al futuro dei propri cittadini.