Scienza & Tecnologia
Scoperto Kepler-78b, il primo pianeta roccioso simile alla Terra
NAPOLI, 31 OTTOBRE 2013 - Gli astronomi del MIT (Massachussets Institute of Technology), hanno portato a termine un'altra entusiasmante scoperta. Grazie al telescopio Kepler, lanciato dalla NASA nel marzo del 2009 per la ricerca di pianeti simili al nostro all'esterno del Sistema Solare, gli scienziati hanno individuato un pianeta roccioso delle stesse dimensioni (solo il 20% più grande), massa (superiore del 70%) e densità della Terra, ed è stato ribattezzato Kepler-78b.
Come il nostro pianeta anche questo ruota intorno ad una stella, Kepler 78, che ha il 70% di massa del Sole, si trova a 700 anni luce dalla Terra ed il suo nucleo è fatto di ferro. A differenza dal pianeta terrestre Kepler-78b ha un clima troppo rovente per poter ospitare forme di vita. Infatti la sua orbita intorno alla sua stella è strettissima, un ciclo completo dura soltanto 8,5 ore e si trova vicinissimo ad essa: solo un centesimo di Unità Astronomica, che equivale a poco più di un milione di chilometri. Ciò rende il "nuovo" pianeta di 2000 gradi più caldo del nostro.
Purtroppo Kepler-78b non avrà vita breve. Secondo il dottor Chris Watson della Queen's University di Belfast esso è un "mondo di lava" e «la sua vicinanza alla stella, e il modo in cui ha raggiunto quella posizione, è ancora un mistero. Quello che sappiamo è che non esisterà per sempre. La forza gravitazionale lentamente lo distruggerà, portandolo sempre più vicino alla stella e facendolo a pezzi»
Alla sorprendente scoperta hanno partecipato anche alcuni ricercatori italiani dell'Istituto di Astrofisica (Inaf), grazie ad Harps-n, lo spettrometro installato al Telescopio Nazionale Galileo (Tng), installato nelle isole Canarie. Il presidente dell'Inaf Giovanni Bignami ha dichiarato:
«Mai si era arrivati così vicini ad individuare un pianeta di massa e densità simili a quelli della Terra. Una dimostrazione di come la caccia agli esopianeti si stia affinando e di quanto sia stata corretta la scelta di installare lo spettrometro Harps al Telescopio Nazionale Galileo, mettendolo nelle condizioni di guardare lo stesso emisfero del satellite Kepler, usando sinergicamente due tecniche per rilevare pianeti extrasolari».
Valentina D'Andrea
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