Cronaca

Scontro treni Puglia, indagati ferrovieri

BARI - Sono partite le indagini per chiarire gli accadimenti e accertare le responsabilità del disastro ferroviario del 12 Luglio. A capo dell'indagine la Procura di Trani, il fascicolo è stato aperto con ipotesi di reato di disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo nei confronti del personale di Ferrotramviaria in servizio durante l'incidente. Ciò che le indagini dovranno accertare se si è trattato di un errore umano dei capistazione e loro collaboratori oppure se ci sono stati guasti nel sistema di controllo e comunicazione.

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Sono chiare già alcune dinamiche: uno delle questioni più importanti riguarda il treno fermo ad Andria. Quest'ultimo doveva rimanere fermo in stazione fino al transito del successivo. Eppure il treno ha avuto l'ok per la partenza, bisognerà capire per quale motivo. Se per errore umano durante le operazioni oppure un guasto nel sistema di controllo e di comunicazione. Il pubblico ministero a capo delle indagini ha costituito un gruppo di quattro magistrati per accertare al meglio i fatti. Il pm ha dichiarato "Dobbiamo scandagliare ogni possibilità, anche per non fare l'errore di fermarci a quello che è accaduto ieri".

Tre i livelli di indagini prospettati dalle autorità: in primis, come detto, si indagherà sulla catena di comando e su possibili errori umani. Inoltre, si analizzerà il sistema stesso di comunicazione, alla ricerca di problemi meccanici, ed infine si indagherà sui fondi destinati alla manutenzione ed al miglioramento della tratta, cercando possibili irregolarità negli enti predisposti al controllo dei lavori, cercando responsabilità in caso di mancanza.

La grande domanda sorta in questi giorni riguarda l'utilizzo dei fondi già stanziati per l'ammodernamento e il raddopppio della linea Bari - Barletta. Ha destato scalpore e ne sono conseguite diverse polemiche il cronico ritardo accumulato sull'inizio dei lavori per il raddoppio della linea, già, come detto, finanziati con fondi dell'Unione europea. Sotto accusa è anche il sistema di allarme e comunicazione sulla linea, e si dubita ora se esso sia in regola con le norme vigenti in fatto di sicurezza, e se questo sia stato il primo caso di criticità di tale sistema. Su queste domande verteranno le indagini delle autorità, per comprendere se siamo di fronte ad un caso di errore umano oppure il quadro è più complicato di quanto si possa immaginare.

Le indagini saranno su più fronti e per tale motivo il pool di pubblici ministeri avrà modo di dividere i vari campi d'azione, permettendo che ogni possibile corso sia seguito attentamente da un pm. Verrano ascoltati i due capistazione, ma anche tutta la catena di comando. Sono state raccolta le scatole nere dei treni, e tutti i documenti collegati all'avvenimento, dalle riprese delle telecamere, le conversazioni avvenute con i coinvogli ed i documenti dei movimenti dei due treni. Verrà ascoltato, non appena le sue condizioni miglioreranno, Nicola Lorizzo, macchinista di uno dei due coinvogli. L'altro macchinista, Albino Di Nicolo, è deceduto nell'impatto.

Dalla visione dei nastri delle telecamere è emerso che nessuno dei due macchinisti si è accorto dell'errore commesso, come neppure i capistazione. Importante tassello della situazione è sicuramente il ritardo del treno proveniente da Corato. Il capostazione, constatando il ritardo del treno, potrebbe aver dato il lasciapassare al treno, creando il disastroso equivoco.

Il direttore generale di Ferrotramviaria Massimo Nitti ha ribadito proprio questo passaggio. "L'unica stazione di incrocio è quella di Andria - dichiara - Quel treno che scendeva da Andria, lì non ci doveva essere". Ma il direttore generale difende il sistema di comunicazione, a suo dire "è una delle modalità di esercizio che viene regolarmente utilizzata nelle ferrovie".

Al momento sono tanti gli interrogati e le indagini sono solo nelle fasi iniziali, ma una domanda che tutti si pongono riguarda il programma di raddoppio della linea, fermo da troppi anni. C'è da accertare per quale motivo e chi è responsabile del suddetto ritardo. Un progetto del 2008, da concludersi nel 2015, che avrebbe evitato l'incidente. Eppure è rimasto bloccato tra autorizzazioni e gare d'appalto per anni. Uno dei nodi più importanti da chiarire, in una indagine che si preannuncia lunghissima.

Leonardo Cristiano

immagine da: ilfattoquotidiano.it