Cronaca

Scontro Capezzone-Guzzanti a Roma

ROMA, 5 LUGLIO 2011 – Si è sfiorata la rissa ieri all'Hotel Nazionale, a Roma, tra Sabina Guzzanti e Daniele Capezzone. Era in corso una conferenza stampa della società Camene che gestisce la storica sala di San Lorenzo, occupata da circa tre mesi da coloro che si oppongono alla sua trasformazione in un casinò.

Sabina Guzzanti, l'attrice che ha appoggiato l'occupazione dello stabile insieme ad altri artisti, è intervenuta a sorpresa durante l'incontro spiegando che “è illegale costruire un casinò in un quartiere come San Lorenzo, vicino a un'università. E' un quartiere storico, non vi si può costruire un casinò”.[MORE]

Daniele Capezzone, portavoce del Pdl e, in questo caso, della società Camene, concessionaria del palazzo, l'ha subito bloccata. “Attrice miliardaria” le ha urlato, facendo degenerare rapidamente la situazione. La Guzzanti urlava e Capezzone l'accusava di essere “un'occupante abusiva”.

Il portavoce del Pdl ha poi spiegato in una nota che “c'è un imprenditore che agisce nella legalità, che potrebbe creare decine di posti di lavoro, che potrebbe riattivare una struttura abbandonata da anni, che sta investendo una notevole somma di denaro, e invece i signori dei centri sociali hanno pensato bene di occupare tutto, e di trasformare il locale (a lavori in corso, e quindi senza alcuna sicurezza, e con gravi rischi per la salute e l'incolumità di cose e persone) in un luogo da loro gestito, ovviamente senza alcun titolo e senza alcuna legalità, nel più totale abuso. Ecco la differenza - ha concluso Capezzone - C'è chi, da comunista miliardario, difende gli occupanti illegali, e chi, invece, difende chi potrebbe creare decine di posti di lavoro regolari”.

Non tarda ad arrivare la replica di Sabina Guzzanti, che in quel quartiere ci vive.
“Siccome nel dossier vengo chiamata in causa - ha spiegato Guzzanti - sono entrata a spiegare le mie ragioni. Capezzone non mi ha fatto parlare. La protesta contro la sala giochi è di tutto il quartiere, non solo dei centri sociali. Le macchinette che rovinano economicamente le persone in realtà servono soltanto per riciclare denaro. Penso che non ci sia bisogno di spiegare perché siamo contrari a far entrare in un quartiere studentesco un'attività legata alla criminalità organizzata". Inoltre, ha aggiunto la comica, “il piano regolatore vieta di aprire in quella zona sale per videogiochi. Quindi chi gli ha dato la licenza, gliel'ha data illegalmente”.

 

Lidia Tagnesi