Scontri in Libia per il controllo dei pozzi petroliferi, depositi in fiamme
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TRIPOLI, 18 SETTEMBRE – Ancora disordini in Libia. Violenti scontri si sono verificati questa mattina nell'est del paese tra le forze fedeli al governo di unità nazionale libico, appoggiato dalle Nazioni Unite, e quelle dell'amministrazione rivale per il controllo dei porti petroliferi, dopo che la Guardia petrolifera di Ibrahim Jathran ha lanciato un contrattacco per riprendere il controllo dei terminal di Sidra e Ras Lanuf. [MORE]
Stando al racconto di testimoni locali, ripreso dai media libici, diversi depositi di greggio sarebbero andati in fiamme. Non sono state confermate invece le voci di una petroliera in fiamme al largo di Sidra.
Cinque giorni fa la Guardia petrolifera era stata cacciata dai quattro terminal della cosiddetta Mezzaluna del petrolio (Sidra, Ras Lanuf, Marsa a Brega, Zueitina). I terminal petroliferi erano stati occupati domenica scorsa dalla milizia del generale Khalifa Haftar, appoggiata dall’Egitto e sostenuta da un gruppo di mercenari ciadiani e sudanesi.
Dopo aver chiesto alle milizie alleate, in particolare quelle di Misurata, di aiutare la Guardia petrolifera a riprendere il controllo dei porti, il premier di Tripoli Fayez al-Sarraj, sostenuto dalla comunità internazionale, aveva poi cercato una mediazione.
Per cercare di giungere ad un accordo, venerdì e sabato si sono tenuti alcuni incontri al Cairo, ai quali hanno partecipato Al-Sarraj e il presidente della Camera di Tobruk Aguila Saleh, che sostiene Haftar, promosso al grado di Maresciallo di campo. L’Egitto ha proposto un compromesso, ossia un Consiglio supremo di Difesa composto da Sarraj, Saleh e Haftar. Tuttavia non si è riusciti a trovare l’intesa e oggi sono ripresi gli scontri.
[foto: rainews.it]
Antonella Sica