Cronaca

Scola, No all'apertura domenicale dei negozi

MILANO, 12 MARZO 2012- Nel corso della sua omelia, nella messa domenicale al Giambellino, l’arcivescovo di Milano Angelo Scola esprime chiaramente il suo dissenso rispetto alla norma contenuta nel decreto SalvaItalia, che dispone la liberalizzazione totale delle aperture dei negozi. "Pensiamo all’importanza della famiglia e pensiamo anche al senso del lavoro, alla fatica di questi tempi, all’importanza del riposo festivo. È giusto conservare questo, che è uno è spazio di comunione, così come la festa è un luogo sociale: se in una famiglia il papà fa riposo un giorno, la mamma un altro, il figlio un altro ancora non si attinge il riposo in senso forte", ha sostenuto Scola.

Così, all'opposizione del laico sindaco di Milano Pisapia, si unisce anche quella della Chiesa. Per quanto concerne Palazzo Marino, "Stiamo studiando una serie di ordinanze che fissino alcuni paletti: il primo sarà la tutela di dieci festività laiche e religiose, durante l’anno, giorni in cui le serrande dovranno restare abbassate. E si partirà già con il 25 Aprile e il Primo Maggio, mentre è ancora in forse il destino di Ferragosto", questo è quanto sostenuto dall’assessore al commercio Franco D’Alfonso.

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Quest'ultimo, sta operando da settimane sulla questione, confrandosi con le associazioni di categoria, cittadini, sindacati dei lavoratori. Contemporaneamente, gli uffici comunali stanno cercando di elaborare delle ordinanze il più possibili a prova di ricorso, al fine di non incorrere in un'altra bocciatura da parte del tribunale amministrativo, che circa un mese fa aveva respinto il tentativo dell'Amministrazione Pisapia di limitare il dispositivo di legge, attraverso un'ordinanza, a cui si erano opposti i grandi magazzini.

In essa, Palazzo Marino aveva posto come tema centrale, il problema di come organizzazione la città. Comunque sia, al momento, sembra improbabile che si possa impedire l’apertura selvaggia domenicale, anche se, come ha sottolineato Pisapia, "Oltre che il diritto al lavoro, c’è anche il diritto al riposo, chi lo nega con una legge ingiusta compie un atto antidemocratico".

(Fonte: Corriere della Sera)

Rosy Merola