Politica
Scissione PD: Emiliano spiega i motivi della rottura a Unomattina
BARI, 23 FEBBRAIO 2017 - In un'intervista a Unomattina, Michele Emiliano - Presidente della Regione Puglia e candidato alla Segreteria del Partito Democratico a seguito delle dimissioni di Matteo Renzi e della convocazione del congresso - spiega le ragioni dello strappo nel partito e i motivi della sua candidatura. [MORE]
Si va via "per una somma di cause. Sicuramente l'innesco è una profonda differenza di contenuti tra la segreteria Renzi e le persone che hanno lasciato in questi giorni il partito", dichiara Emiliano. Che specifica: "sul lavoro non avevamo in programma di cambiare l'articolo 18 e di mandare a lavorare i ragazzi con i voucher e si comprano in tabaccheria, avevamo una politica fondata sul rispetto dell'ambiente e siamo diventati il partito dei petrolieri e che mette in contrasto il governo del Pd con i governatori del Pd e sul referendum sulle trivelle e mi fa piacere che sia andato in California a imparare la green economy perchè ne aveva assolutamente bisogno".
Interpellato su transfughi dal partito, Emiliano risponde: "Bersani dopo l'ultima direzione aveva il cuore spezzato dalla replica di Renzi. Io penso che ci sia stata oltre che una differenza politica profonda anche la rottura umana che io non sono riuscito a frenare, ho provato in tutte le maniere".
Una fuga che ha per motivo la corsa alla segreteria, quindi. Emiliano, poi, sottolinea che "Rossi, Speranza ed io abbiamo tentato, per esempio, di opporci al cosiddetto congresso con rito abbreviato, perchè Renzi voleva andare alle elezioni e non pagare il dazio di fare il congresso dopo la sua sconfitta politica e noi lo abbiamo bloccato. Ha quindi accelerato talmente da dare l'impressione di voler fare un congresso farsa, io - ha detto ancora - ho accettato lo stesso di andare avanti perchè non potevo lasciare questo grande progetto del Partito democratico, a cui ho dedicato molte energie ma loro, dopo tanti anni di conflitto dentro al partito e nel parlamento....".
Venendo nel merito della sua candidatura, Emiliano ha dichiarato di aver creduto alla "mutazione genetica" della sinistra italiana con "l'arrivo di una persona che non incarna sino in fondo l'anima della sinistra italiana".
"Mi sono sbagliato ed ho responsabilità anche io in questo perchè l'ho sostenuto mi sono candidato per rimediare - ha precisato - gli italiani pensano che i politici siano tutti dei cinici giocatori di poker, in realtà ci sono stati tre-quattro giorni drammatici noi permanentemente abbiamo discusso e devo dire che anche io ho pensato per qualche momento, per qualche ora che fosse necessario uno strappo di quel genere".
"Renzi non riesce a cancepire una declinazione dei verbi se non alla prima persona singolare" ha dichiarato. Emiliano ha quindi contestato a Renzi che se la situazione attuale è difficile non può certo dimenticare di aver governato per oltre mille giorni.
Non mancano, infine, stoccate sui tempi corti del congresso. "Il periodo è molto breve - ha sottolineato - siamo amministratori di provincia e la nostra notorietà è molto bassa e il tempo che ci viene dato non è sufficiente neanche ad andare nella metà delle province italiane, perchè Renzi è fatto così se vede che i sondaggi nostri cominciano a salire, lui accelera le procedure congressuali, però la democrazia è questa, direi che bisogna accettarla e soprattutto bisogna battersi perchè se non ti batti hai già perso".
"Queste primarie sono un vero e proprio referendum su Renzi - ha concluso Emiliano non escludendo anche un riavvicinamento con chi è andato via - questa è una delle mie aspirazioni umane e politiche, mi piacerebbe se diventassi segretario dle partito come primo atto ricucire la scissione che si è verificata".
Daniele Basili
immagine da agenpress.it