Scioperi e manifestazioni: la solita tombola delle adesioni
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FIRENZE, 07 SETTEMBRE 2011- La guerra di cifre quando si parla di scioperi e manifestazioni varie fa sempre molto discutere. La faziosità nell’elargire numeri la fa da padrone. Poche centinaia di persone possono diventare molte migliaia e viceversa. Lo sciopero della Cgil di ieri non si è discostato da questo italianissimo trend.[MORE] Per noi profani le cifre che vengono snocciolate non possono che spiazzare, difficile, se non impossibile, avere uno scenario ben definito. Un successo di partecipazione e protesta sociale o un flop bello e buono? L’italiano medio presta molta attenzione a queste vicende, forse perché esulano dal circoscritto mondo parlamentare e probabilmente perché forniscono un pratagonismo politico rilevante a tutti, ergo, sapere quante persone hanno aderito allo sciopero non rappresenta una mera curiosità.
Le fonti del sindacato sbandierano dati bulgari che sfiorano l’80% di adesione nei vari stabilimenti ma a fare da contraltare a tutto ciò vi sono, ad esempio, le cifre trasmesse dalla Fiat che precisa come solo il 25% dei lavoratori ha aderito allo sciopero. I metalmeccanici e la pubblica amministrazioni sono settori che in gran parte non hanno incrociato le braccia. Troppo spesso le fonti sindacali forniscono dei dati e i settori interessati ne danno altri e la differenza è tutt’altro che minima. Una varietà di notizie che crea una notevole ed inevitabile confusione. Risulta lapalissiano come qualcuno “si sbagli”.
Da una parte e dall’altra si tratta di una grave circostanza di disinformazione politica e sociale, che irrita i cittadini e rischia di rivelare una situazione del Paese non reale. Un mal costume del Bel Paese che si fatica ad estirpare. Sembra scontato sgonfiare o far lievitare i partecipanti a proprio favore. Non si tratta di una sottigliezza che non comporta conseguenze, ma di uno degli aspetti fondamentali della democrazia: quello di informare correttemente, senza aggiungere o togliere qualche numero.
Davide Scaglione