Cronaca
Scandalo protesi scadenti, il Gip: "Confalonieri non lavori per un anno"
MILANO, 02 OTTOBRE 2017 - Interdizione per un anno sia nel pubblico che nel privato. Questa è la decisione presa dal gip di Milano, Teresa De Pascale, nei confronti di Norberto Confalonieri, il primario del reparto di ortopedia del Cto-Pini al centro dell'inchiesta della Procura di Milano su presunte sponsorizzazioni per forniture di protesi in cambio di tangenti e su presunti danni fisici ai pazienti. [MORE]
A chiedere la misura interdittiva sono stati i pm Eugenio Fusco e Letizia Mannella che, la settimana scorsa, hanno preso parte all'udienza convocata dal gip insieme alla difesa del medico, e in cui è stata discussa anche una memoria di Confalonieri, che non era presente.
Confalonieri, finito agli arresti domiciliari lo scorso 23 marzo, è tornato libero lo scorso 19 settembre, dopo che il giudice aveva accolto la richiesta di revoca dei domiciliari presentata dalla Procura.
Nel mese di luglio, i pm hanno chiuso l'indagine in vista della richiesta di processo che, oltre a Confalonieri, riguarderebbe anche altre quattro persone. Al medico sono contestati i reati di corruzione e le lesioni, relativamente ai casi di tre persone da lui operate.
Secondo l'accusa, il primario avrebbe incassato denaro, quasi 19 mila euro e altre utilità, per favorire l'acquisto di circa 360 protesi della Johnson&Johnson e della B.Braun che avrebbe successivamente impiantato nei pazienti provocando, a tre di loro, danni fisici. Da qui l'ipotesi di lesioni: una dolosa e due colpose. In particolare, i pm hanno contestato a Confalonieri di avere causato, durante le operazioni chirurgiche, lesioni dolose ad una donna di 91 anni e lesioni colpose ad altri due pazienti.
Dagli atti dell'indagine condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf erano emerse intercettazioni "choc", nelle quali il luminare parlava anche di un femore rotto ad un'anziana per "allenarsi" in vista di un intervento in regime privato. Il gip, nell'ordinanza di custodia cautelare, aveva sottolineato che il suo "modus operandi (...) sembra porsi in netto contrasto con i principi di etica medica".
Da tali accuse il primario si era difeso già nell'interrogatorio davanti dopo l'arresto, sostenendo che erano solo "chiacchiere da bar, goliardiche".
Daniele Basili
immagine da ilgiorno.it