Cronaca

Scandalo Mose: Franco Cappadona condannato e risarcisce lo Stato con 80mila. I dettagli

Piove di Sacco, Franco Cappadona deve risarcire lo Stato: 80mila euro. La Corte dei Conti stabilisce il risarcimento per le soffiate dell'ex luogotenente dei Carabinieri a Galan: è stato danno d'immagine

Aveva rivelato le indagini per lo scandalo Mose ad alcuni indagati, tra cui l'ex governatore del Veneto ed ex ministro Giancarlo Galan. Per questo l'ex comandante dei carabinieri della polizia giudiziaria di Padova era stato condannato a due anni e cinque mesi, che da aprile sta scontando ai domiciliari. Ora la Corte dei Conti del Veneto ha stabilito che dovrà risarcire il ministero della Difesa con 80.000 euro per aver gravemente compromesso l'immagine dell'Amministrazione militare e, in particolare, quella dell'Arma dei carabinieri a cui apparteneva.

Danno d'immagine

Così si esprimono i giudici contabili: «Nel corso di conversazioni telefoniche (oggetto di intercettazione) con la sig.ra Bertipaglia (Regina, ex consigliera regionale di Forza Italia) il convenuto aveva rivelato che erano in atto investigazioni di polizia giudiziaria su Giancarlo Galan, come effettivamente stava accadendo, e analogo comportamento aveva tenuto per favorire o comunque aiutare altri soggetti ad eludere le indagini». Il danno d’immagine «doveva, di conseguenza, ritenersi sussistente per il grave vulnus provocato all’onore e al prestigio dell’Amministrazione e per il clamor fori provocato dalla diffusione di articoli di stampa», precisano i magistrati, alludendo alla ferita inferta al decoro dell'Arma dei carabinieri e alla pubblicità negativa ceh ne è derivata a causa dall’inchiesta e dal processo dal grande clamore mediatico.

Quantificazione

La Procura regionale aveva chiesto un risarcimento di 100.000 euro, in base a parametri quali «l’obiettiva gravità del reato accertato, la delicatezza della funzione svolta dal convenuto e la sua valenza all’interno della società, la reiterazione del comportamento illecito, le comprovate ripercussioni negative sull’immagine dell’amministrazione di appartenenza e la grande risonanza mediatica della vicenda, per effetto della ripetuta diffusione sulla stampa».
Cappadona non si è costituito nel giudizio contabile e non ha depositato memorie.
Gli è stato concesso uno sconto di 20.000 euro, «in considerazione della presunta ridotta capacità reddituale» del pensionato «in relazione al grado posseduto». La sentenza potrà essere appellata in secondo grado a Roma.

Segreto d'ufficio


Secondo la sentenza, Cappadona, nella sua veste allora di responsabile della polizia giudiziaria alla Procura di Padova, aveva acquisito informazioni che dovevano rimanere riservate per poi rivelarle a persone indagate con lo scopo di aiutarli ad eludere le investigazioni.
L'ex maresciallo aveva raccontato come le Fiamme gialle stessero svolgendo indagini sulla villa di Cinto Euganeo, anche contattando direttamente l'ex governatore del Veneto. In quel periodo la Finanza stava svolgendo indagini nell'inchiesta del Mose, indagini che hanno riguardato anche villa Rodella poi sottoposta a sequestro.

La sentenza
La condanna, pronunciata nel 2018 dal Tribunale di Padova, confermata due anni dopo dalla Corte d’appello di Venezia e confermata in Cassazione nel 2021, è stata emessa per i reati di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e per favoreggiamento personale, aggravato dall’aver commesso il fatto con abuso dei doveri inerenti alla funzione di pubblico ufficiale. (Fonte Rai news)