Scandalo in Germania, la Chiesa "Predica bene e razzola male!"
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BERLINO, 29 OTTOBRE 2011 - "La Chiesa Cattolica guadagna un capitale grazie al porno". La pesante accusa è lanciata dal Die Welt, quotidiano conservatore tedesco, ritenuto attendibile per l’estrema correttezza che ha sempre dimostrato. [MORE]
Il quotidiano rivela che la Weltbild, una delle più grandi case editrici tedesche, di esclusiva proprietà della Chiesa cattolica tedesca e che attualmente vanta uno staff di 6.400 dipendenti e un giro d’affari annuo di 1,7 miliari di euro, possiede un ampio catalogo di oltre 2.500 pubblicazioni. Tra i titoli, “Sesso per intenditori”, “Storie sporche”, “La puttana dell'avvocato”; inutile precisare che non si tratti di bibbie e testi sacri che tutti si aspetterebbero di trovare tra le pubblicazioni di una casa editrice della Chiesa, come altrettanto inutile è precisare che nelle copertine dei testi “incriminati” non campeggino immagini consone all’ambiente religioso.
Certo lascia meno sgomenti il fatto che nel suo portfolio facciano bella mostra anche testi sull’erotismo, sulla magia o il Codice da Vinci, il bestseller di Dan Brown che, per le sue interpretazioni eterodosse, è sempre stato considerato scomodo dagli ambienti clericali.
La Weltbild possiede un terzo delle quote del portale buecher.de, un portale di vendita online al cui indirizzo web è possibile sfogliare un vasto catalogo di pellicole pornografiche che possono essere ordinate e ricevute direttamente al domicilio, il ricavato delle vendite vanno interamente nelle casse del portale buecher.de, ma, dal momento che un terzo delle quote del portale sono in possesso alla Weltbild, e che quest’ultima è di proprietà della Chiesa cattolica tedesca, i ricavati finiscono con l’essere utilizzati dalla Curia per finanziare le attività delle diocesi.
Il biasimo per la linea della casa editrice era già stato espresso in un documento di settanta pagine inviato, nel 2008, da numerosi fedeli tedeschi, che tuttavia non avevano ottenuto alcuna risposta dagli ambienti ecclesiastici.
Ora la Weltbild, che solo nel 2010 ha fatturato un miliardo e seicento milioni di euro, passa al contrattacco e minaccia azioni legali per diffamazione perché sostiene “Quelle di cui parla il quotidiano sarebbero pubblicazioni erotiche, non pornografiche, che tra l’altro pesano per percentuali minime sui bilanci complessivi dell’azienda”.
Reinhard Marx, cardinale di Monaco, ha manifestato il suo stupore alla notizia e ha dichiarato di non essere a conoscenza del collegamento tra le quote della Chiesa cattolica tedesca e l’industria delle pellicole pornografiche “Ci devono essere filtri, che impediscano la pubblicazione di materiali simili. La nostra casa editrice non può pubblicare contenuti pornografici o che incitino la violenza, e dobbiamo affrontare il caso perché non si ripeta più”.
Sara Marci