Cronaca

Scandalo al 118: 1000 assunti pagati per non lavorare

 PALERMO, 9 GIUGNO 1014 – Scandalo nel settore sanitario. Lo scorso governo della Regione Sicilia, con presidente Raffaele Lombardo, ha fatto si che si assumessero 1000 lavoratori in più del necessario all’ente che gestisce il servizio del 188, con uno spreco di 25-30 milioni di euro l’anno.

Sarebbero bastati 2.400 autisti per tenere operative 24 ore al giorno le 256 ambulanze del 118 siciliano, ma nel luglio del 2010 ne furono assunti 3350, senza concorso. I mille lavoratori in esubero per tre anni non hanno lavorato, ma sono stati comunque regolarmente pagati. Adesso sul caso sta indagando la Corte dei Conti.

Questa situazione è nata quando nel 2010 la Regione ha deciso di dimettere la Croce Rossa dall’incarico do gestione del 118 per affidarlo ad una società pubblica formata da 17 aziende sanitarie e la Regione, la Seus spa, l’operazione era stata voluta dall’allora assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, per “porre fine agli sprechi”.

La situazione prima di allora era un po’complicata, perché toccava alla Regione pagare 50 milioni di straordinario dei 3350 dipendenti della Croce Rossa, Russo allora ha pensato di creare la nuova società. “Se gli autisti rinunciano a quanto spetta loro di straordinario li assumiamo nella nuova società pubblica, il loro contratto diventa full time e gli applichiamo il Contratto collettivo dell’Aiop (ospedalità privata) economicamente più vantaggioso. Chi non accetta può tornare a casa”. L’idea fu da tutti accettata, grazie anche ai compromessi che l’assessore fece.[MORE]

L’operazione è risultata alla fine non molto semplice. Dino Alagna, ex direttore sanitario della società pubblica, spiega: “E’ stato molto faticoso, ci sono state tante difficoltà e resistenze, ma solo da febbraio del 2014 non c’è più alcun dipendente della Seus inattivo”.

Adesso spetta alla Corte dei Conti prendere i provvedimenti, la stessa si era già dovuta occupare della del servizio di emergenza siciliano, quando nel giro di pochi anni, dal 2004 al 2007, il numero delle ambulanze era quasi raddoppiato. Allora sono stati condannati 18 esponenti della politica a pagare 13 milioni di euro.

Michela Franzone