Scajola: "Con la Rizzo a Milano con la mia auto e non con scorta"
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REGGIO CALABRIA, 12 GIUGNO 2014 - "Ho solo fatto l'autista, andando avanti e indietro e volando perche' avevo fretta, Chiara non e' stata portata li' dalla macchina della mia scorta, ma dalla mia macchina". Racconta cosi' l'ex ministro Claudio Scajola, nell'interrogatorio ai pm, la vicenda della "gita" a Milano con Chiara Rizzo. "Il giorno del mio compleanno, me lo ricordero' sempre, era il 15 gennaio. Chiara mi dice se potevo accompagnarla a Milano perche' doveva trovare un avvocato suo per una questione che poteva forse portare a lei una utilita'. Non lo facevo molto volentieri - rivela Scajola - comunque faccio l'autista. Io dovevo tornare presto a casa, intanto la sera avevo una cena con delle persone in casa, ma avevo una riunione importante a Imperia, di carattere politico in ufficio".
Quindi Scajola spiega che, siccome andava a Milano per affari non suoi, rifiuta di usare l'auto della scorta: uno degli agenti di scorta va a prendere con l'auto personale di Scajola Chiara Rizzo a Ventimiglia, dove la donna lascia la propria auto, e la conduce allo svincolo di Imperia, dove l'ex ministro arrivera' con l'auto della scorta. A questo punto, prosegue nel racconto Scajola: "scendo dalla macchina della scorta, vado alla guida della mia macchina, e l'agente se ne va via. Per la verita' loro dovevano seguirmi, per la mia sicurezza, ma io ho detto no, perche' andavo per una roba non mia". "Vado la', alla periferia di Milano, scocciato di questa cosa, lei mi ha detto: e' una cosa che potrebbe darmi un po' di aiuto". Alla domanda dei pm, se Chiara Rizzo avesse mai parlato prima di affari in India, Scajola afferma: "Amedeo Matacena le aveva parlato di questa cose dell'India 2 anni prima, credo ci debba essere qualche mia lettera all'ambasciata a Nuova Delhi in cui segnalavo, avevo chiesto all'ambasciatore Mancini questo favore lecito. Lei mi dice - prosegue Scajola nel racconto della giornata - siccome c'e' un avvocato amico faccio un incontro con queste persone perche' puo' darsi che mi lascino in qualche modo avere un incarico di rappresentanza. Tanto e' vero che io sto li'". [MORE]
L'ex ministro svela anche un particolare curioso: "Perche' mi allontano con la macchina? Perche' lei scende "faccio presto, mezz'ora faccio", morale passa mezz'ora, un'ora, un'ora e mezzo, mi viene da fare la pipi', sono senza scorta. Vado a fare un giro in centro, cerco un bar e non lo trovo, attacco la macchina al muro... Apro la portiera e mi metto a fare la pipi' contro il muro e continua a montare la rabbia". "Conclusione, mi manda uno o due messaggini, 'scusami tanto ma ho quasi finito' e io ero veramente.. Lei sale in macchina, partiamo, con Roberta (la segretaria di Scajola, ndr) parlo 10 volte per cercare un posto dove mangiare, io sono glicemico. Ho visto poi dalle intercettazioni che ha fatto alcune telefonate prima di salire in macchina, alla fine abbiamo mangiato in una specie di bettola e ho volato per arrivare a casa". Lei mi ha detto "io spero di poter riuscire.. C'erano diverse persone". Scajola risponde cosi' alla domanda su chi fossero quelle persone: "Lei non diceva e alcune cose le ho capite adesso" e i ricorda che Rizzo gli fece un nome: "C'era un certo Del Lago. Ma non e' uno del giro di Berlusconi?", gli chiese la stessa Rizzo, il quale, dice, rispose "Guarda, non lo so".
"Il marito latitante e' peggio del marito in prigione". Cosi' l'ex ministro Claudio Scajola racconta ai pm durante l'interrogatorio di essersi rivolto a Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato Amedeo Matacena, consigliandole la soluzione che il marito si consegnasse alla giustizia italiana per espiare la condanna a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I pm chiedono a Scajola se si sia sentito "strumento" di Chiara Rizzo. "Lo escludo - risponde Scajola - lei non mi raccontava quasi niente, non raccontava balle, non diceva, ne' io ho mai chiesto e una volta che ne abbiamo parlato io fui molto duro nel dirle qual era secondo me la via che avrebbe dovuto scegliere e cioe' il marito sarebbe dovuto venire qua. Lei avrebbe
"Non ho mai fatto affari con nessuno". L'ex ministro Claudio Scajola, rispondendo alle domande dei pm nel corso dell'interrogatorio tenuto nei giorni scorsi, dopo avere spiegato i rapporti di natura economica con Chiara Rizzo, tutti rapporti a suo dire finalizzati a garantire un sostentamento economico alla donna in gravi difficolta', nega di avere avuto qualsiasi altro rapporto di affari con i coniugi Matacena. "Io - afferma Scajola - non ho mai fatto affari con nessuno perche' non ne sono capace, l'ultima volta che ho comprato una casa ho fatto un casino, quindi io affari non ne ho mai fatti con nessuno. Io sulla vicenda della casa - ha proseguito Scajola ricordando la vicenda che lo ha visto assolto in primo grado - sono politicamente morto". (Agi)