Cronaca

Satriano, tra passato e presente

SATRIANO (CZ), 12 OTTOBRE 2012 - Piccolo paese collinoso e montano, fin dalle sue origini, offrì sicurezza e protezione alle antiche popolazioni che lo abitarono. La sua posizione geografica, posta tra due fiumi, era vantaggiosa per difendersi dagli assalti dei nemici. Ancora oggi, a distanza di migliaia di anni, quella mentalità difensivista di Satriano è rimasta inespugnabile. Come spiegare altrimenti lo svuotamento continuo di un borgo che situato a dieci minuti di distanza dal mare e altrettanti da un invidiabile pineta, non offre alcuno sbocco lavorativo a livello turistico?[MORE]

Giù in Calabria non siamo certo noti per l’ampia proliferazione di industrie e fabbriche, ma abbiamo sempre cercato di arrangiarci sfruttando a livello economico ciò che la natura ci ha offerto. In un periodo in cui la crisi economica riecheggia in ogni vicolo del mondo, è quanto mai opportuno riflettere su come sia possibile fronteggiarla nel piccolo, senza smuovere chissà quale grande esperto di economia.
Come è ovvio che sia questo radicamento alle origini ha fatto sì che l’abitato si trasformasse in un elisir di pace e tranquillità soprattutto per i più anziani, mentre i giovani cercano lavoro, formazione e svago altrove.

Alla ricerca di lavoro
Satriano ha avuto sempre una lunga scia di emigrazione alle sue spalle. Ma in passato a partire era una tipologia diversa di emigrante, analfabeta o quasi, disposto a fare qualsiasi lavoro, anche il più umile e logorante; quelli ad andarsene oggi sono in massima parte diplomati e laureati.
Questo fenomeno desta però meno preoccupazione di quanto dovrebbe. Il paese, ma volendo allargare gli orizzonti si potrebbe comprendere anche la Calabria intera o il Mezzogiorno, perde le sue forze migliori. Le famiglie, dopo aver speso cifre esorbitanti per la preparazione dei propri figli, li vedono partire. Il territorio diventa così sempre più povero di vitali energie intellettuali, che sarebbero necessarie per il suo decollo economico.

Istruzione
C’era una volta, in tempi non molto antichi, la Satriano che offriva scuola materna, scuole elementari (ben due), e una scuola media. Nel giro di 10-15 anni sono scomparse le ultime due che pian piano si sono riversate nella Marina di Satriano, in quell’irrefrenabile percorso evolutivo che porta le popolazioni verso il mare, costringendo i genitori a sostituire la salutare passeggiata mattutina dei propri figli con uno scuolabus. Fin qui nulla di male, anzi, un segno di evoluzione. Ma l’estate scorsa succede l’impensabile: scuola media inagibile e conseguenti lavori di ristrutturazione. Avendo degli edifici nuovissimi nel centro storico, senza bisogno di spendere ulteriori fondi per fittare qualche altro locale in questo periodo di spending review, il Comune pensa bene di invertire i ruoli facendo viaggiare i bambini residenti in marina, ma ciò scatena il delirio dei genitori: <<Non è fattibile fare andare un bimbo avanti e indietro>>, <<Soverato dista 3 chilometri di strada agevole e lineare rispetto agli 8 dissestati di Satriano Superiore>>.
Conclusione della storia: i ragazzini marinari nella stragrande maggioranza vengono trasferiti a Soverato, i montanari restano ancorati al loro paese. Nell’era di internet 5 chilometri di strada diventano uno scoglio insormontabile tale da costringere un bambino di 12 anni a interrompere un legame di amicizia creato con un suo compagno in un percorso scolastico che magari li vedeva insieme fin dall’età dell’asilo. Già, molto meglio avere i figli in casa appena usciti di scuola e incollarli a qualche schermo di computer o playstation piuttosto che farli socializzare e crescere in quei 10 minuti in più di tratto stradale a bordo dell’autobus.

Acqua potabile, questo strano sconosciuto
Negli ultimi giorni sta tornando in auge un problema che da anni attanaglia il paese e che ha creato nel tempo accese diatribe politiche tra maggioranza e minoranza. Pare infatti che chiunque governi non riesca a debellare definitivamente la questione della potabilità dell’acqua. Il caos più recente è quello del Maggio scorso, quando da un’analisi effettuata da Arpacal e Asp emersero dei risultati che mostrarono concentrazioni superiori ai limiti stabiliti dalla legge di Escherichiacoli e Colimorfi. Dopo la somministrazione nella rete idrica di cloro, i nuovi test presentavano la totale messa in norma dell’acqua. Oggi, a distanza di qualche mese, questa grana è tornato a galla con la protesta di qualche cittadino che lamenta la presenza sulla propria pelle di alcune macchie o di un enorme prurito che si manifesta subito dopo essere entrati a contatto con il prezioso liquido proveniente dai rubinetti. Come avverrà sempre in questi casi, al primo grido di allarme si procederà all’analisi dell’oro blu. Ma non sarebbe più opportuno risolvere il problema alla radice controllando lo stato in cui versa tutta la rete idrica (pietoso a detta di molti) oppure stabilendo dei controlli periodici data la flebile affidabilità sulla tenuta a lungo termine della clorazione?

Dopo aver visto Satriano in ottica passata e presente sul mondo del lavoro, sulla stabilità e sulla coesione sociale non resta che domandarsi quale sarà l’avvenire del paese. Il tempo darà le sue risposte su ciò che attende le generazioni future.

Massimiliano Chiaravalloti