Cronaca
Saronno, 35 morti sospette in ospedale a causa del "protocollo Cazzaniga"
SARONNO, 1 DICEMBRE – Sarebbe destinato a salire il numero di decessi riconducibili al cosiddetto ‘’protocollo Cazzaniga’’, dal nome del medico anestesista arrestato nella mattinata di martedì, che insieme all’infermiera nonché amante Laura Taroni potrebbe aver provocato volontariamente la morte di ben 35 pazienti. Fra questi si è già accertato vi siano anche quelli di Massimo Guerra e Maria Rita Clerici, marito e madre della Taroni, ai quali si è da poco aggiunta la morte del padre di Cazzaniga. [MORE]
Un numero degno di un serial killer, 35 persone con stato di salute compromesso che avrebbero perso la vita a causa di mix di farmaci letale e sul quale il pm Cristina Ria (assieme al procuratore capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana) e i carabinieri di Saronno, stanno allargando le indagini. Vi sono infatti dei nuovi casi sospetti, tutti riguardanti anziane vittime decedute dopo il ricovero a Saronno e precedenti al periodo 2012-2013 finora considerato.
Gli indagati Al momento il numero degli indagati ammonta a 14, in particolare 6 di questi sono accusati di favoreggiamento e omissione di denuncia poiché appartenenti alla Commissione interna dell'ospedale di Saronno istituita nel 2013, dopo le denunce di alcuni infermieri, per valutare l'attività del medico. Le indagini interne che avrebbero potuto evitare delle morti e far emergere la verità sin da subito, non hanno riscontrato ‘’nulla di anomalo’’.
L’amante dell’uomo è ora detenuta a Como mentre il suo l'avvocato difensore di fiducia descrive la sua assistita come "scossa e preoccupata" e annuncia di stare valutando "la richiesta di misure alternative, ma attendiamo l'interrogatorio di garanzia".
Il quadro che al momento fa rabbrividire è destinato ad arricchirsi di particolari, questa coppia unita dalla violenza sadica e calcolatrice, persino nei confronti dei familiari più vicini, il clima ‘’omertoso’’ dello staff ospedaliero che non ha denunciato le anomalie riscontrate nei processi, la frustrazione di chi – dopo aver fatto presente la situazione- ha ricevuto come risposta ‘’nulle di anomalo’’ e, ovviamente, la rabbia delle famiglie delle vittime.
Maria Azzarello
[fonte immagine: Milano - Corriere della Sera]