Parola e Fede
Sarete santi, perché io sono santo
Oggi risponde alla domanda di Angela da Genova il sacerdote Nicola De Luca.
D. Se io sono volto visibile di Cristo, Cristo sa che sono peccatore! Perché mi permette di essere suo specchio? Così Cristo è visto in un forma-modo errato! Mi necessitano spiegazioni, Angela da Genova.
R. Carissima Angela,
ti rispondo con le parole di Pietro nella sua prima lettera: “Perciò, cingendo i fianchi della vostra mente e restando sobri, ponete tutta la vostra speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si manifesterà. Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta. Poiché sta scritto: Sarete santi, perché io sono santo.”( Pt 1, 13-16).[MORE]
Noi tutti siamo chiamati inequivocabilmente alla santità. È la nostra vocazione, il nostro essere, la nostra nuova natura che Cristo Gesù ha creato con la sua Incarnazione, passione, morte e risurrezione. È il dono dello Spirito Santo effuso dal costato squarciato di Cristo sulla croce. Nelle acque del battesimo, infatti, la grazia santificante di Dio ci ha configurati a Cristo uomo perfetto. Tuttavia questa vita nuova ci è donata in germe, a modo di piccolo seme. Poi c’è tutto il lavoro di una vita fatta di preghiera, di ascolto della Parola di Dio, di Eucaristia, di sacramenti, di crescita nelle virtù e in ogni opera buona. La santità, dunque, non è un punto di partenza bensì il traguardo ultimo della nostra esistenza. Santi non si nasce: ci si diventa. Ogni cammino verso la santità conosce conquiste, vittorie ma anche debolezze e cadute.
È la perseverante tensione verso il traguardo che permette a Cristo di agire in noi. Tu dici: Cristo mi conosce peccatore perché mi permette di essere suo specchio? Probabilmente dovremmo invertire la domanda o porre meglio il quesito in positivo. Io sono un peccatore ma Cristo, con la sua grazia, il suo amore, la sua compassione, la sua verità vuole fare di me uno strumento meraviglioso. Uno specchio tramite il quale i fratelli, a loro volta, siano conquistati dalla bellezza dell’amore di Dio. Ma questo carissima amica è un cammino, spesso una lotta sofferta che ha la durata dell’intero ciclo vitale. Da un lato abbiamo l’orizzonte chiaro e limpido che è il Paradiso a cui Dio ci chiama, e in esso vi si entra con le vesti candide della grazia, dall’altro abbiamo questa natura carnale impastata di peccato, che attende quotidianamente di essere salvata.
San Paolo è illuminante a tale riguardo: “Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.” (Fil 3, 12-14).
Facciamoci dunque conquistare da Cristo per vivere la vita nuova nella nostra carne mortale e viverla è possibile a patto che la si consegni ogni giorno, ogni attimo, ogni istante, nella fede, alla grazia trasformante, liberante e sanante di Cristo Gesù.
Don Nicola De Luca
Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica parolaefede@infooggi.it. Si cercherà di fornire a tutti una risposta.