Fantasticherie del cuore
Sapienza, compagna sincera e liberatrice!
12 OTTOBRE 2015 - Mi piace iniziare questa nostra riflessione della settimana con la lettura di un passo bellissimo del libro della Sapienza: “I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni. [MORE]
A stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose del cielo? Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito? Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza” . La sapienza divina salva l’uomo. Cercarla è il compito primario di una comunità, se vuole entrare nel mistero delle cose che la circondano.
Nessun uomo può capire a fondo le cose del cielo e neppure quelle della terra, se il Signore non lo riempie di sapienza, saggezza, intelligenza. Bisogna però ricordare che la sapienza non è un dono per l’infinito. Essa va sempre chiesta e rinnovata ogni giorno. L’esempio più eclatante è quello di Salomone che ricevette la sapienza, senza mai più rinnovare la preghiera di sostegno al Signore. Nel tempo il grande re si perse dietro la sua stoltezza e cadde nell’idolatria. Come dice il passo appena letto, l’uomo non ha in sé la forza del cielo. Ogni nostra cosa è piccola, fragile, timida, forse prepotente nella forma, ma nella sostanza, senza lo Spirito Santo, debole e povera. Per entrare nel mistero della vita, in ogni sua articolazione, bisogna non solo camminare ogni giorno con Cristo, ma accedere al dono dello Spirito Santo.
È questa una verità assoluta che riguarda tutti e non solo coloro che vanno in chiesa o si dicono comunque di essere credenti. Non si tratta di una dimensione da utilizzare a periodi o solo per le discussioni sulla dimensione spirituale dell’uomo. L’uomo vero, non quello di plastica a cui spesso tende la nostra società, qualsiasi lavoro esso compia, non deve vergognarsi di chiedere la forza dello Spirito Santo. Un dono da utilizzare nel proprio cammino con Cristo per partecipare ad un mondo di verità e di giustizia non più fittizio. Papa Francesco all’Onu ha messo il dito nella piaga delle nefandezze terrene che escludono l’altro e fomentano la guerra per distruggere nel cuore e nel corpo intere nuove generazioni. Troppa gente sta male! Troppi persone infelici, per colpa dell’irresponsabilità umana. Tutti a parole crediamo in Dio, ma intorno c’è sempre in primo piano la solitudine, la disperazione e il pianto ininterrotto di popoli interi. Perché?
La mancanza dello Spirito Santo produce il male a cui siamo ogni giorno chiamati per essere deboli spettatori. Vediamo le cose, ma non le comprendiamo. La storia è fatta da realtà oggettive da vedere, ma nello stesso tempo è attraversata da infiniti motivi non facili a comprendere. La Parola evangelica è lo strumento per acuire la vista, mentre lo Spirito Santo ci aiuta a guardare al di la della collina. È il modo sempre valido perché nulla possa essere non compreso o visto solo nella sua artificiosità esterna. Il problema è che il mondo pensa di poter fare a meno della sapienza della Parola, essendo attratto da una dimensione materiale che da l’illusione di poter ottenere qualsiasi cosa si voglia. Pe vergogna personale in molti hanno tolto dai loro occhi e dal loro cuore la verità cristiana e la sapienza dello Spirito di Dio. Ogni non vera conoscenza di Dio si trasforma di riflesso in non vera conoscenza dell’uomo. La negazione di Dio diviene in questo modo negazione dell’uomo. L’idolatria cresce a dismisura e diventa un vero pericoloso cannibalismo spirituale. Solo la sapienza è compagna sincera e liberatrice.
Egidio Chiarella
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