Cronaca

Santa Rita clinica degli orrori, arrivano le condanne: 15 anni di reclusione al primario

MILANO – 15 anni di reclusione per l’ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano, la cosiddetta “clinica degli orrori”.
Pier Paolo Brega Massone, che in un sms si autodefiniva “l’Arsenio Lupin della chirurgia”, dice che si sente un capro espiatorio.
Nella clinica degli orrori, convenzionata dal sistema sanitario nazionale, secondo le accuse si effettuavano operazioni del tutto inutili al solo fine di ricevere i rimborsi.[MORE]
Gli stipendi quindi da 1700 euro al mese, potevano lievitare a 27 mila.

Insiema a Massone, sono stati condannati i suoi vice, Marco Pansera e Pietro Fabio Presicci, sono stati inflitti rispettivamente sei anni anni e nove mesi e dieci anni anni di carcere. I tre medici - interdetti per cinque anni dalla professione - erano accusati a vario titolo di 83 casi di lesioni ai danni di altrettanti pazienti, ma sono stati assolti da quattro imputazioni e parzialmente da una quinta imputazione.

 


Secondo la Procura milanese, i medici imputati dal 2005 al 2007 avrebbero eseguito 83 interventi nella migliore delle ipotesi completamente inutili, effettuando decorticazioni e sezioni, soprattutto di polmoni e mammelle, unicamente per chiedere il massimo dei rimborsi. Fra gli episodi contestati ci sono anche una decina di casi di pazienti con tubercolosi curati con l'asportazione del polmone. In altri casi sarebbero state asportate mammelle a donne in giovane età, compresa una ragazza di 18 anni, senza motivo, quando sarebbe bastata la semplice asportazione di un nodulo.

Una donna di 88 anni affetta da tumore sarebbe stata operata tre volte in tre mesi (con un rimborso di 12mila euro a intervento), quando sarebbe bastato un solo intervento. In molti casi il consenso all'intervento non sarebbe stato firmato dai pazienti e l'operazione eseguita anche contro il parere del medico curante.

Le vicende ricostruite dalle indagini, i racconti dei pazienti, le intercettazioni raccolte dai pm, dipingono camici bianchi senza scrupoli e lunghi calvari affrontati da malati di cancro che si concludevano con operazioni drastiche e invasive.

Il notaio Francesco Paolo Pipitone, ex proprietario della clinica, a cinque mesi dal terremoto che travolge la struttura patteggia la pena a quattro anni e quattro mesi di reclusione. Per gli altri indagati il 2 dicembre del 2008 si apre il processo.