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MILANO, 09 NOVEMBRE 2012 - A causa della spending review, la Lombardia risulta essere tra le regioni più colpite: 2.337 (1.426 per acuti e 911 per post-acuti) posti letto che rischiano di venir meno. In particolare, ciò potrebbe accadere in ottemperanza della legge 135/2012, che si pone come obiettivo quello di portare ad una media complessiva di 3,7 posti per mille abitanti.
Le stime sono state ottenute, prendendo come riferimento la popolazione generale di ogni Regione pesata e corretta in base alla percentuale di anziani e ai flussi di mobilità ospedaliera tra Regioni (tenuto conto anche della mobilità attiva a cui si assiste in alcune di esse). Dalla suddetta stima è risultato che alcune Regioni, come la Lombardia, presentano un numero di posti letto superiore a quello previsto dai nuovi standard, per questo dovranno intervenire effettuando tagli e riorganizzazioni.
Naturalmente, l’eventuale taglio di posti letto non è esente da polemiche, “Il provvedimento del governo sugli standard della rete ospedaliera, e il conseguente taglio di posti letto, è sbagliato sia dal punto di vista del metodo ( scavalca le competenze regionali, ndr ) sia nel merito ( criteri troppo stringenti, ndr ). Per questo la Regione si batterà in ogni sede, a partire dalla conferenza Stato-Regioni, per cambiare i contenuti del decreto”, ha dichiarato il governatore Roberto Formigoni. [MORE]
Nello specifico, rischiano di chiudere 13 strutture private accreditate con il servizio sanitario (e, dunque, per la gratuità delle prestazioni, equivalenti alle pubbliche), che contano 600 letti. Tra queste, a Milano rischiano di sparire: la San Carlo e la Capitanio; l'Istituto Stomatologico Italiano e la San Giovanni. A rischio nel territorio regionale: l'Ambrosiana di Cesano Boscone; la cittadella sociale di Pieve del Cairo (Pavia); la Santa Maria delle Grazie di Voghera; il presidio di Carate Brianza degli Istituti Clinici Zucchi; la Nephrocare di Seriate (Bergamo); il presidio di Palazzolo sull'Oglio della Fondazione Richiedei; la Clinica ortopedica e fisiatrica di cura di Lanzo d'Intelvi; la Beato Luigi Talamoni; e la San Clemente di Mantova.
Inoltre, il decreto sulla spending review (alla pagina 8), varato l'estate scorsa dal governo Monti, prevede l’esclusione, nell’ambito dal sistema sanitario, delle strutture private accreditate con meno di 80.
Ricordiamo che, i suddetti tagli, in teoria dovrebbero essere effettuati entro il 31 dicembre.
Rosy Merola