Salute
Sanità, 9 milioni di persone escluse dalle cure per motivi economici
ROMA, 6 GIUGNO 2012 – Nell'ultimo anno più di 9 milioni di persone sono state costrette a rinunciare alle cure sanitarie per motivi economici. Oltre la metà di queste, il 61%, sono donne, mentre una su quattro ha più di 65 anni. A certificarlo è la ricerca Rbm Salute – Censis, Il ruolo della sanità integrativa nel Servizio sanitario nazionale, presentata ieri a Roma durante il “Welfare Day”. I dati sono particolarmente rilevanti nel sud e nelle isole, dove le persone che hanno rinunciato alle cure per motivi economici sono 4 milioni.
A destare preoccupazione è anche il confronto tra la spesa per la sanità pubblica e quella per la sanità privata. Negli ultimi due anni la spesa per la sanità pubblica ha subito un freno, per cui il tasso di incremento medio annuo si è notevolmente abbassato rispetto a qualche anno fa. Al contrario, negli ultimi due anni è cresciuto il tasso di incremento medio annuo relativo alla spesa per la sanità privata. Se per la sanità pubblica si è passati da un tasso di incremento pari al 6% negli anni 2000-2007 ad un 2,3% negli anni 2008-2010 (nelle regioni in cui è stato previsto il piano di rientro, l'incremento è stato minore dell'1%), per la sanità privata gli ultimi due anni, in coincidenza con la crisi economica mondiale, hanno visto un leggero aumento del tasso di incremento rispetto al periodo pre-crisi, passando dal 2,2 al 2,3%.[MORE]
«I tagli alla sanità pubblica – si legge nel comunicato stampa del Censis che presenta la ricerca – abbassano la qualità delle prestazioni e generano iniquità. Per questo è prioritario trovare nuove risorse aggiuntive per impedire che meno spesa pubblica significhi più spesa privata e meno sanità per chi non può pagare».
La gran parte di chi si è rivolto al privato per curarsi (il 77%) ha dichiarato di averlo fatto a causa della lunghezza dei tempi di attesa nella sanità pubblica. Anche questo ha contribuito ad incrementare la spesa relativa alla sanità privata, che complessivamente, dal 2000 al 2010, ha avuto un aumento del 25,5%, mentre sono circa 11 milioni le persone assistite da fondi integrativi, la maggior parte dei quali sono stati utilizzati per prestazioni sostitutive al servizio pubblico, come il ricovero ospedaliero o il day hospital.
«Il numero di anziani che saranno costretti a rinunciare alle cure sanitarie -ha dichiarato alle agenzie Carla Cantone, segretario generale dello Spi-Cgil - è destinato ad aumentare drasticamente in breve tempo a causa dell'acuirsi della crisi, della mancanza di risposte da parte del Governo e per la drammatica condizione in cui versa il sistema sanitario nazionale. Ormai siamo arrivati ad una situazione davvero insostenibile in cui nel nostro Paese il diritto alla salute è garantito solo a chi può permetterselo e a chi si rivolge a strutture private». La richiesta per Governo è, dunque, quella di «adoperarsi con urgenza per scongiurare quella potrebbe diventare una vera e propria emergenza sanitaria per gli anziani rafforzando la sanità pubblica e garantendo la possibilità di accedere alle cure a chi ne ha più bisogno».
Serena Casu