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SAN PIETROBURGO, 5 APRILE - Mentre la Russia piange ancora i suoi morti, si cerca di dare un'identità al kamikaze che lunedì pomeriggio ha causato la strage nella metropolitana di San Pietroburgo, precisamente alla stazione di Sennaya Poloshad. Sembrerebbe trattarsi di Akbarzhon Jalilov, ventiduenne kirghiso che da sei anni viveva nella città russa. [MORE]
Oggi è Svetlana Petrenko, portavoce del Comitato investigativo russo, a riferire che la casa di Jalilov è stata perquisita. Gli investigatori sono alla ricerca di dettagli sulla vita dell'attentatore e di possibili collegamenti con l'Isis, avvalorati dalla stessa provenienza del ragazzo: il Kyrgizistan è infatti una delle ex repubbliche sovietiche in cui si registra la presenza maggiore di foreign fighters, andati a combattere in Siria per lo Stato Islamico.
La strategia degli organi investigativi si basa comunque, al momento, soprattutto sul Dna di Jalilov, rinvenuto sulla borsa in cui era contenuto un ordigno inesploso nella stazione di Ploshchad Vosstania. I resti dell'uomo sono stati invece ritrovati dalla scientifica in uno dei vagoni esplosi. Alcune immagini delle telecamere di sorveglianza, inoltre, poco prima dell'attentato hanno ripreso Jalilov mentre usciva dalla sua abitazione, con una borsa e uno zaino: quelli che probabilmente hanno causato la morte di quattordici persone.
Claudio Canzone
Fonte foto: larepubblica.it