Cronaca
San Giovanni a Teduccio: nuovo lungomare, ma a chi importa?
NAPOLI, 2 SETTEMBRE 2013- In contrapposizione al lungomare più famoso del mondo, definito “Liberato” dopo la chiusura parziale al traffico cittadino, c'è un'altra zona di Napoli che dopo anni di incuria ed abbandono finalmente è tornata ad essere un punto di ritrovo e di svago. Stiamo parlando della periferia est, e del lungomare di San Giovanni A Teduccio, un tempo dimenticato tra vecchie fabbriche e lamiere abbandonate. Il litorale partenopeo non è balneabile, ma essendo l'unico posto in cui chi non ha le possibilità di recarsi altrove, può andare a rilassarsi e a prendere un po' di sole, il lungomare di San Giovanni per gli abitanti della zona resta uno dei luoghi più cari. Il porticciolo è stato riqualificato due anni fa, la spiaggia è stata ripulita, ci sono le docce e la passeggiata aggiustata, c'è anche un campo per il beach volley ed una pedana per ballare.[MORE]
La mattina il lungomare è affollato da barchette e da ragazzini che giocano in acqua e sulla spiaggia, anziani che si riparano dal sole sotto agli ombrelloni, e sembra un vero e proprio villaggio turistico anni novanta. All'ora del tramonto poi la scena si trasforma, i ristoranti sul lato destro inziano a preparare tutti i tavoli per la cena e il bar inserisce nello stereo il disco del momento. Sono le dieci di sera, e San Giovanni si trasforma in una località balneare, con i ragazzini che danzano con la musica latinoamericana e i genitori seduti comodamente sulle panchine a godersi la calma e la tranquillità di un inizio di settembre ancora piacevole.
Questo posto in pochi minuti diventa il luogo di ritrovo di una generazione a cui sono stati rinnegati i giardinetti e i parchi sotto casa a favore di asfalto e cemento, come raccontava Adriano Celentano in una celebre canzone. A San Giovanni anche è se è vietato, si organizzano falò, feste e le persone si tuffano a mare come se fossero sulla più bella spiaggia della Costa Smeralda, e lo fanno perchè il quartiere ha un legame con il mare che neanche la più alta concentrazione di inquinamento di tutta la Regione può cancellare.
Pochi metri più in là c'è il Comune di Portici, la cui area costiera invece è balneabile, in molti non si spiegano la differenza tra il mare di queste due zone, praticamente attaccate, eppure ai cittadini porticesi è consentito tuffarsi nelle acque senza dover rischiare malattie o infezioni. Troppo disturbo per i cittadini di Napoli Est, il depuratore non funziona da anni e nessuno a livello istituzionale ha interesse a ripulire il fondale e lo specchio d'acqua antistante, questo perchè del quartiere orientale importa poco ai piani alti di Palazzo San Giacomo.
Non importa che si sono spesi migliaia di euro per la riqualificazione del lungomare, il mare fa schifo e farà schifo per sempre. San Giovanni non è il lungomare liberato di cui vantarsi alle prossime elezioni. San Giovanni non è neanche Scampia da poter riconvertire in periferia decente e vivibile. E' solo una zona che non troverete mai in prima pagina su un giornale, se non per qualche omicidio e fatto legato alla camorra.
Tra l'asfalto e il cemento però, c'è un lungomare che in silenzio urla una propria vita, lontano dai riflettori di eventi importanti, lontano da chi utilizza la parola periferia in accoppiata al degrado.
Balneabile o no, pulito o no il mare dovrebbe essere una risorsa per tutti. Tranne che qui.
Nicoletta de Vita