San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia: vita, conversione e spiritualità del Poverello di Assisi
Dal 2026 il 4 ottobre sarà festa nazionale in calendario
Il 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco d’Assisi, sarà dal 2026 ufficialmente segnato in rosso sul calendario come festa nazionale. Un riconoscimento che unisce fede, tradizione e identità italiana, onorando il Patrono d’Italia e il suo messaggio di fraternità universale.
Le origini di San Francesco
San Francesco nacque ad Assisi nel 1182, figlio del mercante di stoffe Pietro di Bernardone e di Madonna Pica. Battezzato con il nome di Giovanni, fu poi chiamato “Francesco” dal padre, che amava la Francia e i suoi commerci. Crebbe in una famiglia benestante, tra agi e attività commerciali, conducendo una giovinezza spensierata ma inquieta, divisa tra affari e sogni cavallereschi.
La guerra e la prigionia
Nel 1202 partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, dove fu catturato e imprigionato. Trascorse un anno in carcere e, una volta liberato, si ammalò gravemente. Questa esperienza segnò profondamente il giovane Francesco, che iniziò a maturare un nuovo sguardo sulla vita.
La conversione
Il cammino di conversione di San Francesco si compì gradualmente. Dopo aver distribuito denaro ai poveri e aver abbracciato un lebbroso – gesto per lui impensabile fino a poco tempo prima – comprese che ciò che un tempo gli sembrava amaro si trasformava in “dolcezza di anima e di corpo”.
L’episodio decisivo avvenne nel 1205 nella chiesetta di San Damiano: davanti al Crocifisso, Francesco udì la voce di Cristo che gli diceva: «Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». Quel comando fu l’inizio di una vita radicalmente nuova, basata su povertà, umiltà e fraternità.
La rinuncia ai beni e l’abbraccio della povertà
In un celebre gesto pubblico, Francesco restituì al padre tutti i suoi beni, dichiarando: «D’ora in poi posso dire: Padre nostro che sei nei cieli». Da quel momento scelse di vivere nella più totale povertà, servendo i poveri e i malati e riparando chiese abbandonate.
I primi compagni e la nascita dell’Ordine
La sua testimonianza attirò altri giovani, che lo seguirono nella vita di preghiera, lavoro e predicazione. Nacque così la comunità dei Frati Minori, riconosciuta da Papa Innocenzo III nel 1209. Francesco, a differenza di altri movimenti pauperistici, rimase sempre obbediente e fedele alla Chiesa di Roma, considerandola madre e guida.
L’incontro con Chiara e le Clarisse
Il carisma di Francesco raggiunse anche le donne. Santa Chiara d’Assisi, con altre compagne, fondò l’Ordine delle Clarisse, che condividevano lo stesso stile di povertà e preghiera.
Francesco e il creato
La spiritualità francescana è segnata da un amore profondo per la natura e per tutte le creature. Nel Cantico delle Creature, Francesco loda Dio attraverso il sole, la luna, il vento, l’acqua e ogni manifestazione del creato. La sua visione è un invito eterno a custodire la Terra come dono di Dio.
Le stigmate e la morte
Nel 1224, mentre pregava sul monte della Verna, Francesco ricevette le stigmate, i segni della Passione di Cristo. Fu il primo Santo a portare nel corpo le piaghe del Crocifisso.
Morì il 3 ottobre 1226 alla Porziuncola, lasciando ai suoi frati il “Testamento” come ultimo richiamo alla fedeltà al Vangelo e alla povertà. Due anni dopo fu proclamato Santo da Papa Gregorio IX.
L’eredità spirituale
San Francesco è ricordato come l’“Alter Christus”, l’uomo che più di tutti si conformò a Cristo. I valori di povertà, umiltà, fraternità e amore per il creato sono al centro della sua spiritualità, che continua a ispirare milioni di persone nel mondo.
Dal 1939 è stato proclamato Patrono d’Italia, insieme a Santa Caterina da Siena. La decisione di rendere il 4 ottobre festa nazionale dal 2026 sottolinea il suo ruolo non solo come Santo della Chiesa, ma anche come simbolo di unità e pace per l’intera Nazione.
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