Politica
Salvini contro il ministero dell'integrazione: il no della Lega alla Kyenge
MILANO, 28 APRILE 2013- Cécile Kyenge è ministro della Repubblica italiana da pochissime ore, ma ha già sperimentato il sapore amaro delle critiche gratuite, inutili, pretestuose. Il governo di cui fa parte- governo certo giovane, con una quota rosa certo abbastanza accettabile, dati che però oscurano molto maldestramente il ricordo di anni di arretratezza e pari inopportunità- non è visto di buon occhio da molti, dacché nasce dalla risacca putrida di mesi di giochi sporchi. E questo è dato certo e incontrovertibile. [MORE]
Ma Matteo Salvini, segretario della Lega Lombarda, sceglie di incanalare tutto il suo disappunto in una direzione ben precisa, lungo una traiettoria che si scontra con il volto della Kyenge, la donna scelta per andare a guidare un Ministero nuovo di zecca, istituito per la prima volta dal governo Letta, quello per l'integrazione. La contrarietà espressa da Salvini- che non è nuovo a certe esternazioni non proprio eleganti- pare essere nello specifico contro la nomina, in tempo di crisi e tagli, di una ministra per l'integrazione, di cui Salvini non sentiva necessità alcuna. Un Ministero che andrebbe ad esasperare, sempre secondo il segretario, posizioni politiche di per sé inaccettabili, quali la tutela dei diritti per gli stranieri e la cancellazione del reato di clandestinità. Eppure qualche malpensante sospetta che, sotto, sotto, il problema stia tutto lì: nel colore della pelle di Cécile Kyenge.
Emmanuela Tubelli