Cronaca
Salvini a Pisa: scontri antagonisti-polizia
PISA, 23 FEBBRAIO – Tensione e disordini in Corso Italia, nel pieno centro storico di Pisa, dove nel tardo pomeriggio è arrivato il leader della Lega Matteo Salvini, in procinto di recarsi in Piazza Vittorio Emanuele per tenervi un comizio elettorale. Oltre ai circa 400 sostenitori ai piedi del palco, ad attenderlo c’erano trecento antagonisti, scesi in strada per protestare, ma che hanno finito per provare a sfondare il cordone composto da oltre un centinaio di agenti, tra Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili Urbani, nell’ambito del servizio d’ordine organizzato per impedire ai manifestanti l’accesso alla piazza. [MORE]
Pietre, bottiglie di vetro e bastoni sono stati lanciati contro la Polizia, per precauzione giunta sul posto in pieno assetto anti-sommossa. Ciò ha scatenato la reazione degli agenti, che hanno risposto facendo partire alcune cariche di alleggerimento, soprattutto per allontanare i contestatori ed evitare che questi entrassero in contatto con i sostenitori di Salvini presenti all’interno della piazza. Tra la sassaiola e le cariche delle forze dell’ordine, ci sarebbero diversi feriti e contusi, soccorsi in strada, nonché alcuni cassonetti danneggiati dopo essere stati utilizzati come scudi dai manifestanti. I disordini hanno inoltre costretto quasi tutti i negozianti del centro storico a chiudere o comunque abbassare le proprie saracinesche per evitare danni alle vetrine. L’edizione fiorentina online di “Repubblica” ha poi riportato negli scorsi minuti anche la notizia di un uomo, che sarebbe stato fermato dalla Polizia e condotto in Questura, mentre fonti Ansa parlano di 6 dimostranti presi in consegna dalle forze dell’ordine.
Secondo quanto dichiarato dal Questore Paolo Rossi, peraltro, non si trattava di un corteo autorizzato, nonostante fosse partito in maniera del tutto pacifica seguendo un grande striscione riportante la scritta “Pisa non si Lega”. Tuttavia, le legittime intenzioni originarie sono presto scadute nella violenza, al grido di slogan come “Fuori Salvini da Pisa” o “Salvini, stiamo arrivando”, che difficilmente riescono ad esprimere la contrarietà degli antagonisti alle idee espresse dal leader del Carroccio. Smentendo le attese, erano state invece più pacate le contestazioni riservategli nella città di Livorno, laddove un gruppetto di giovani aveva intonato il ritornello di “Bandiera rossa”.
Nel frattempo, Matteo Salvini ha proseguito il suo comizio all’inizio dell’asse pedonale del centro storico, protetto dal cuscinetto di mezzi blindati della Polizia che circondava il palco, dal quale ha ribadito alcuni concetti espressi sempre nella giornata di oggi nelle altre tappe del suo tour della Regione Toscana, che aveva toccato oggi Grosseto ed appunto Livorno. “I miei nonni votavano Comunista, i miei genitori anche ed anch’io l’ho fatto; ma se la sinistra lascia chiudere le fabbriche, se mette due dita negli occhi degli elettori, non si può non pensare che sia arrivato il momento di cambiare” – ha dichiarato il Segretario leghista, provando a convincere i cittadini di una zona considerata tradizionalmente “rossa”. “Non vorrei che qualcuno a Piombino prendesse in giro gli operai”, ha aggiunto poi lo stesso Salvini, commentando la notizia dello slittamento della firma dell’accordo per la cessione di Aferpi agli Indiani di Jindal, intimando allo Stato di intervenire.
Il leader dell’ex partito settentrionalista ha alla fine sfruttato gli stessi disordini per l’ultimo slancio in chiusura di comizio: “Non voglio dedicare neanche un secondo per commentare l’atteggiamento di questi violenti che vogliono riportarci al passato, preferisco parlare dell’Italia che vorrei” – passando poi a descrivere lo scenario da lui desiderato – “Quando ci sarà il Governo Salvini, Poliziotti e Carabinieri, oggi mal pagati e mal equipaggiati, non dovranno preoccuparsi di questi figli di papà, ma solo di garantire la sicurezza di imprenditori, commercianti e semplici cittadini, che oggi sono in balìa di illegalità e delinquenza”.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: firenze.repubblica.it