Salvini a Bologna: la città si ribella. Scontri tra manifestanti e forze dell'ordine
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BOLOGNA, 8 NOVEMBRE 2015 – Bologna oggi sfida Salvini. In occasione dell’arrivo del leader della Lega Nord, insieme a Berlusconi e Meloni, la “città rossa” ha risposto con manifestazioni e cortei di centrosinistra pronti a sabotare ogni tipo di intervento. Per la giornata di oggi, Bologna si è preparata chiudendo biblioteche, musei e proteggendo i suoi monumenti più importanti, come la statua del Nettuno. Nel frattempo, sono stati disposti elicotteri, ambulanze e centinaia di uomini delle forze dell’ordine a protezione della “zona rossa” che include Piazza Maggiore, la stazione centrale e via Stalingrado, dove si sono verificati i primi scontri, per oltre 700 metri di territorio.
Quattro incendi sulla linea ferroviaria Bologna-Milano. Gli attivisti: “8-11. Sabotare un mondo di razzisti e di frontiere”
È cominciata all’alba la reazione degli attivisti di Centrosinistra contro l’arrivo di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Intorno alle 3:30 di questa notte è scattato l’allarme lungo la linea ferroviaria Bologna-Milano, dove sono stati rivenuti quattro incendi. A terra era stata posta la scritta: “8-11. Sabotare un mondo di razzisti e di frontiere”, con chiaro riferimento alla giornata di oggi. Le forze dell’ordine indagano sui potenziali autori di questi incendi, mentre il leader di Lega Nord chiede «la galera per questi delinquenti». Anche dal fronte di sinistra, però, sono giunte delle lamentele per la vicenda. Infatti, l’assessore regionale ai Trasporti dell’Emilia Romagna, Raffaele Donnini, ha affermato: «Un atto violento e vigliacco che poteva provocare gravi danni alle persone, oltre ai danni che ha provocato alle infrastrutture e ai disagi alla circolazione ferroviaria. Spero che gli autori di questo atto vandalico vengano prestano individuati e assicurati alla giustizia».
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Via Stalingrado, i primi scontri tra attivisti e forze dell’ordine. Fermati due manifestanti
Nonostante la preghiera del sindaco Virginio Merola di attuare un approccio non violento, sono centinaia gli attivisti di Centrosinistra che oggi sono scesi in strada per difendere la città dalla delegazione di Centrodestra. Sono partiti in diversi cortei nei punti strategici della città e già a mezzogiorno sono iniziate le prime cariche tra manifestanti e forze dell’ordine sul ponte di via Staligrado e, poi, vicino a Porta San Donato. Durante i tafferugli, due attivisti sono stati fermati e un poliziotto è rimasto gravemente ferito.
Salvini e il centrodestra: “Non è normale chiedere il permesso alle zecche per manifestare. Insieme per mandare a casa Renzi”. Meloni e Berlusconi: “siamo una coalizione, vinceremo”
Intanto, il centrodestra non si è fatto impressionare dalle manifestazioni ed è sceso in piazza al fianco di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Il leader di Lega Nord ha subito attaccato i manifestanti affermando «Non è normale chiedere il permesso alle zecche per manifestare» e, in riferimento al suo arrivo insieme alla delegazione di Centrodentra, ha affermato «non è un ritorno al ’94, alle vecchie formule, alle marmellate: qua comincia qualcosa di nuovo che è guidato dalla Lega, ma che è aperto a tutti gli italiani che oggi sono lontani dalla politica. Oggi si decide che se si va insieme, Renzi va a casa il prima possibile: chi fa il leader è l’ultima delle mie preoccupazione». Inoltre, ha espresso la sua solidarietà verso le forze dell’ordine dichiarando «dopo i campi rom, bisogna chiudere i centri sociali», mentre si è schierato apertamente contro il ministro Angelino Alfano che ha definito un “cretino”, «un personaggio inutile e incapace che con noi non ci sarà mai, occupati dei poliziotti ed espelli qualche clandestino se ne sei capace, cretino che non sei altro». Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia, ha precisato che non si sta costruendo un partito unico, ma una coalizione e ha dichiarato «è un bel giorno per andare contro Renzi», mentre Berlusconi ha affermato «con questa ritrovata unità vinceremo le prossime elezioni: con Matteo, con Giorgia e con Silvio non ce ne sarà per nessuno».
Erica Benedettelli
[immagine da lostivalepensate.it]