Saluto del sindaco, Gianni Speranza, al Santo Padre Benedetto XVI
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LAMEZIA 9 OTT. 2011 - Riportiamo di seguito il discorso integrale che il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, ha rivolto al Papa nell' area industriale "Benedetto XVI" di Lamezia Terme
"Benvenuto a Lamezia Terme “Santità”, nella nostra terra di Calabria, una terra di sofferenza. Di straordinarie bellezze, di enormi potenzialità e risorse, di grandi talenti ma, al tempo stesso, di inaccettabile disoccupazione, di drammatiche ingiustizie e violenze.
Di antiche ed ininterrotte emigrazioni in tutti i continenti. [MORE]
Di recente, terra di approdo di immigrati. Terra di accoglienza, porta del Mediterraneo e rifugio di moltitudini di disperati in fuga.
Quest'area, che abbiamo attrezzato, è anch'essa segno delle nostre laceranti contraddizioni.
Grandi speranze e terribili delusioni si sono alternate.
Abbiamo aspettato invano il lavoro e l'industria.
Invece solo spreco di denaro pubblico.
Come tante, troppe volte nel Mezzogiorno.
Ma qui, nella più estesa area industriale del Sud, diversi imprenditori hanno realizzato iniziative serie e robuste e ci può essere ancora un'occasione concreta di futuro.
Lamezia, che Lei avrà modo di vedere nelle prossime ore, è giovane ma con radici antiche. Ha visto fiorire nella sua comunità tante preziose iniziative di volontariato e solidarietà, anche con grande impegno della Chiesa locale.
È una città inclusiva che non ha mai dimenticato i più bisognosi e le persone in difficoltà.
Che ha affrontato momenti durissimi e che ha ancora aperta la ferita del 5 dicembre scorso: la tragedia della morte di 8 ciclisti nostri concittadini.
Una grande tragedia.
Di fronte al Parlamento tedesco Ella ha affermato che il compito primario di chi fa politica è: “servire il diritto e combattere il dominio dell'ingiustizia”.
Interloquendo con il Presidente della Repubblica Napolitano, Ella ha anche auspicato un rinnovamento etico nel nostro paese, una profonda rigenerazione dell'etica e della vita pubblica.
Le sue riflessioni scuotono profondamente gli animi e squarciano la realtà.
Noi non possiamo accettare che nella nostra terra si rafforzi il dominio dei poteri criminali, l'impresa buona sia scacciata da quella cattiva ed inquinata, il capitale illegale si sostituisca a quello legale, i nostri giovani
non abbiano lavoro e prospettiva e siano costretti ad andare via e persino tanti sacerdoti vengano minacciati.
È terribile che per un lavoro totalmente in nero e sottopagato si debba morire tragicamente come è successo per le operaie di Barletta.
Non vogliamo essere una terra amara, ma una terra di libertà per le donne, che qui incontrano più ostacoli e difficoltà, per gli uomini di oggi, per i nostri figli .
Il cambiamento è indispensabile e possibile.
Ognuno di noi è chiamato ad un esame di coscienza.
Io stesso avverto quotidianamente tutti i miei limiti e le mie insufficienze personali. Non riesco a fare tutto quello che vorrei per realizzare il bene comune.
Santità, anche a nome del Sindaco di Motta S. Giovanni e di tanti altri Sindaci vorrei rivolgere un pensiero a Francesco Azzarà, nostro corregionale rapito in Darfur, nell'auspicio che possa tornare presto tra noi.
Il 5 ottobre 1984 il suo predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, si rivolse a noi calabresi esortandoci: ”fatevi animo e abbiate fiducia, sarà un domani migliore”.
Anche Le sue parole, Santità, lasceranno una traccia indelebile nel cuore di ognuno di noi e sopratutto nel cuore dei nostri ragazzi: hanno bisogno di essere incoraggiati per costruire il loro futuro liberi dalle mafie, dai ricatti e dalle paure.
Basta con la Mafia!
I giovani sono la nostra speranza.
Grazie di aver accettato il nostro invito.
Di essere venuto in mezzo a noi.
La Sua presenza dia coraggio e voce a tutti coloro che ne hanno bisogno, a chi soffre.
La Calabria dei prossimi anni possa essere all'altezza dei sogni e delle preghiere del suo popolo, nel solco della carità umile e tenace di S. Francesco di Paola.
Nove secoli fa nella nostra piana sorgeva l'Abbazia Benedettina di Santa Maria, un grande centro di vita spirituale e culturale.
Voglia oggi accettare in dono, Santità, come segno d’affetto di tutta la comunità lametina, l’atto del nostro Comune con il quale si concede il terreno sul quale potrà sorgere nella nostra città la nuova chiesa di San Benedetto.
Grazie ancora Santità. Grazie di cuore".
Rosy Giovannone